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Omicidio Idy Diene, il portavoce dei senegalesi: "Vogliamo manifestazione pacifica. Ripagheremo le fioriere"

Idy Diene

"Vogliamo una manifestazione pacifica, calma e silenziosa. Basta violenza, abbiamo bisogno di pace". È questo l'appello del portavoce della comunità senegalese di Firenze Mamadou Sall in vista della manifestazione di domani nella quale verrà ricordato Idy Diene, 54 anni, freddato con diversi colpi di pistola da Roberto Pirrone.

Una manifestazione "aperta a tutti i cittadini" per fermarsi a riflettere sul razzismo, ma anche un momento di riconciliazione tra la comunità senegalese e Firenze, la "nostra città", come la definisce calorosamente Sall.

E mentre qualcuno cavalca l'onda della paura, da parte della comunità senegalese non ci sono dubbi sulla natura dell'iniziativa: "Chi verrà sabato dovrà comportarsi bene. Abbiamo invitato tutti i cittadini e diciamo no a qualunque forma di violenza. Chi viene e porta violenza non fa parte della nostra manifestazione".

Una posizione chiara che diventa una denuncia precisa verso coloro che, nonostante abbiano trovato tanto (troppo) spazio sui giornali, non rappresentano i senegalesi: "Si tratta - spiega Sall - di alcune teste calde che non conosciamo e non sappiamo da dove siano arrivate. Ci sono state infiltrazioni dei centri sociali, ma loro non fanno parte della nostra comunità. Abbiamo dimostrato negli anni di essere pacifici e condanniamo senza se e senza ma ogni forma di violenza. L'ambasciatore senegalese si è vergognato per quanto accaduto a Nardella e ha chiesto scusa".

Infiltrati e teste calde che sono finiti sotto i riflettori distorcendo l'intera vicenda, quella di una comunità che si sente in pericolo: "Non ho mai avuto tanta paura da anni - spiega Sall Mamadou - non so quando esco di casa se ci ritornerò". E mentre le immagini della devastazione hanno trovato ampio spazio, meno fortuna ha avuto la notizia che la comunità senegalese, dopo sabato, si attiverà per raccogliere i fondi necessari per riparare le fioriere distrutte: "Abbiamo intenzione di pagare i danni fatti in via Calzaiuoli. Adesso siamo concentrati sulla manifestazione di sabato che è la cosa più importante, ma dopo cercheremo di attivarci per organizzare questa cosa", spiega Sall Mamadou.

Intanto appare sempre più improbabile per gli inquirenti il movente razzista, ma la comunità senegalese non è tranquilla e chiede chiarezza: "Mi piacerebbe dire che si tratta di un caso, ma quanti pazzi ci sono a giro con la pistola? 6 colpi non può essere un caso, non ci convince. Aspettiamo e abbiamo fiducia nella magistratira e nelle indagini, ma non ci convinceranno che si tratta di un pazzo. Vogliamo sapere come è andata, per noi è razzismo".

 

 

Fonte: Giovanni Mennillo

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