Omicidio Idy Diene, l'imam di Firenze Elzir : "Invito a partecipare in modo pacifico"
L’Imam di Firenze Izzedin Elzir lancia un messaggio di pace alla Città di Firenze: “La nostra Firenze è sempre stata una città accogliente e aperta al dialogo. Non bisogna vivere nella paura, ma aprirsi al confronto”.
L’invito dell'imam del capoluogo toscano e presidente dell'Ucoii Izzedin Elzir a confrontarsi e dialogare arriva dopo l’omicidio di Idy Diene, 54enne senegalese che lo scorso 5 marzo è stato freddato a colpi di pistola sul ponte Vespucci da Roberto Pirrone, ora in carcere, e in occasione della manifestazione di domani.
“Condivido l’invito di Mamadou Sall a partecipare alla manifestazione in modo pacifico – dichiara l’imam - per portare solidarietà e vicinanza alla famiglia di Idy Diene di noi fiorentini tutti insieme, a prescindere dal colore e dal credo religioso, in ricordo del defunto”. Mamadou Sall, portavoce dei senegalesi a Firenze, invita a una manifestazione che sia simbolo di una riconciliazione tra la comunità senegalese e la città di Firenze.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ha aperto subito il confronto con la comunità senegalese e ha proposto di celebrare una cerimonia interreligiosa. “Ho parlato con il sindaco Nardella – conferma l’Imam Izzedin Elzir – e abbiamo deciso che la cerimonia si terrà in maniera congiunta in Senegal e a Firenze”. L’amministrazione comunale ha deciso che pagherà il trasporto della salma di Idy Diene in Senegal, viaggio che dovrebbe avvenire per la fine della prossima settimana. “Una volta in patria, ci sarà la preghiera in contemporanea in Senegal e a Firenze”.
Un pensiero alla moglie di Idy Diene, Rokhaya Bene Mbengue, già vedova di Modou Samb, ucciso a piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011, per mano di un estremista di destra, Gianluca Casseri. “Fa parte della nostra comunità, non la lasceremo sola, nemmeno questa volta, né noi, né l’amministrazione comunale”.
Nelle ultime ora si è acceso il dibattito sulla morte di Idy Diene. Per gli inquirenti non c’è motivo razziale alla base dell’assassinio, ma il dubbio sul perché, tra i molti che ha incontrato per strada, Roberto Pirrone prima di fare fuoco, abbia scelto proprio Idy Diene, non sono facilmente fugabili. “Un criminale, un assassino, esce di casa e spara sulle persone che passeggiano in tranquillità”. commenta l’imam. “Abbiamo passato due mesi di campagna elettorale non sana, concentrata sul diverso, sull’altro e sulla sicurezza che però è mancata verso il fratello senegalese. Invito i politici a essere responsabili perché i discorsi di odio verso gli altri non aiutano la convivenza pacifica. La violenza genera violenza. La magistratura fa il suo lavoro e lo fa molto bene, ma se non ha elementi, non può leggere l’intenzione del criminale. In senso culturale e politico dobbiamo avere il coraggio di dire che è molto facile affermare che l’omicidio sia il gesto di un folle, e andare oltre. Ci troviamo di fronte a una persona con un porto d’armi che è uscita di casa, ha camminato, è arrivato sul ponte, ha scartato alcuni bersagli e ha verificato chi vale meno e ha sparato. Questo è dovuto a un retaggio culturale più che politico. È su questo che dobbiamo riflettere”.
Chiarastella Foschini