Idy Diene ucciso da tre spari, Pirrone: "Non gli ho sparato perché nero"
Stamattina, 8 marzo, Roberto Pirrone che il 5 marzo ha sparato e ucciso Idy Diene, ambulante senegalese sul ponte Vespucci in pieno centro a Firenze, ha risposto all'interrogatorio al gip Alessandro Moneti in carcere a Sollicciano.
"Non gli ho sparato perché nero" dichiara Pirrone. "Non ci ho neanche pensato, ho sparato al primo che passava. Sono amico di alcuni senegalesi che vivono qui a Firenze e che conosco".
Ha così confermato la versione rilasciata al pm Giuseppe Ledda e agli investigatori della polizia: ha "colpito a caso". L'ex tipografo era stressato per i debiti e per le liti in famiglia e aveva deciso di suicidarsi. Poi ha cambiato idea e ha deciso di uccidere qualcuno, il primo che passava, per finire in carcere e liberarsi dei debitori. E' il quadro emerso dall'interrogatorio nel carcere di Sollicciano.
Autopsia: Idy Diene colpito da tre spari
L'autopsia sul cadavere di Idy Dieneha rilevato che l'uomo fu raggiunto da tre colpi di pistola. I primi due lo ferirono ad una spalla e al torace, il terzo alla testa. Le fonti inquirenti sono in attesa della relazione completa dell'Istituto di medicina legale.
Roberto Pirrone sparò più di tre colpi verso Idy Diene, ma i primi forse sono finiti nel fiume Arno. In base alle ricostruzioni, Pirrone ha camminato verso il senegalese riducendo la distanza riuscendo poi a ferirlo e ad ucciderlo.
L'arma usata per uccidere il senegalese è una pistola che Pirrone usava nel tiro a segno sportivo, sport che praticava da qualche tempo in un poligono. Le indagini proseguiranno anche con la raccolta delle testimonianze della moglie e della figlia di Pirrone che gli investigatori della polizia potrebbero sentire tra oggi e domani.
Pirrone resta in carcere
Al termine dell'interrogatorio di garanzia, il gip di Firenze Alessandro Moneti ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Roberto Pirrone.