Dario Parrini (Pd) lascia la segreteria regionale del partito
"Il mio mandato quadriennale di segretario regionale del Pd è scaduto nello scorso febbraio. Con le elezioni politiche, un ciclo si è chiuso.
A breve, come ha annunciato il segretario nazionale ieri, verrà aperta una fase congressuale che necessariamente riguarderà anche i livelli regionali del Pd. Avendo già annunciato nei mesi scorsi la mia intenzione di non ricandidarmi a segretario del partito, non sarò io a dirigerlo verso il congresso regionale. Il mio incarico, com'è giusto che sia, si concluderà con la prossima assemblea regionale.
Questo è il percorso che proporrò la settimana prossima alla direzione regionale, nella certezza che sapremo decidere tutti insieme come dare una guida efficace al partito in questi mesi di transizione e come avviarci in modo serio, coerente e ordinato verso il congresso, in modo da essere pienamente all'altezza delle responsabilità e dei compiti che competono alla nostra comunità politica. I cittadini hanno dato un giudizio chiaro. Va rispettato fino in fondo.
Il Pd adesso deve fare un'opposizione seria, netta, corretta, dicendo no a tutte le cose sbagliate che sarà chiamato a valutare, e sì a quelle giuste, se ci saranno.
Su questa posizione di rigorosa e chiara si sono ritrovati oggi tutti i nostri segretari provinciali.
Chi ha vinto le elezioni dovrà dimostrare di saper dare un governo al Paese e di essere in grado di attuare il programma, a nostro giudizio molto poco credibile, sulla base del quale ha raccolto i propri consensi. Chi rappresenta il Pd nelle istituzioni, a partire dal sottoscritto, dovrà dedicarsi a tempo pieno ad un lavoro dal basso, un lavoro di militanza appassionata e di impegno civile. Dovremo saper ascoltare, più di sempre, le esigenze dei territori, ed interpretare, meglio di quanto non abbiamo fatto fin qui, le angosce, le preoccupazioni e le speranze dei cittadini. In Parlamento e fuori dal Parlamento.
Nella sconfitta bisogna tutti insieme ritrovare la forza per restituire slancio alla nostra azione politica. Il Pd resta un pilastro insostituibile della democrazia italiana, e i suoi dirigenti e iscritti un patrimonio di inestimabile valore. Dare forza a un riformismo moderno che si batte per il cambiamento nel segno dell'equità deve restare la prima e immutabile preoccupazione di tutti noi".
Dario Parrini