Vittime della mafia, Libera ricorda Renata Fonte a Volterra
"E’ la sera del 31 marzo 1984, a Nardò. Renata Fonte sta ritornando a casa, dopo la riunione del consiglio comunale. Tre spari nel buio, e la mafia stronca la sua vita ed il suo impegno per la difesa dalla cementificazione di quello che, poi, sarebbe diventato il Parco Naturale di “Porto Selvaggio”. . Nell’87 il tribunale condannerà per l’omicidio il mandante, Antonio Spagnolo (suo compagno di partito, che subentrò a Renata come assessore e consigliere comunale) e l’esecutore materiale, Giuseppe Durante “ma non è tutta qui la verità. I soci occulti, intoccabili, sono rimasti impuniti”.
Renata Fonte è la prima vittima di ecomafia, le attività mafiose rivolte a tematiche ambientali. La ricordiamo il 10 marzo in un incontro con la figlia Sabrina, nella Sala Consiliare del Comune di Volterra (che ringraziamo per il patrocinio all’iniziativa).
Invitiamo le scuole - gli studenti e gli insegnanti- e tutta la popolazione a questo incontro. “Ricordare” non è solo un atto dovuto. Don Luigi Ciotti afferma che la memoria non deve mai essere disgiunta dall’impegno. ”Sapere” è il primo passo, che ci porta ad “indignarsi”, e quindi alla scelta etica di impegnarsi per la difesa della legalità ed in definitiva per la protezione della nostra terra e della nostra società dai disastri che mafia, corruzione e criminalità possono causare.
In questo momento, in cui perfino nella “nostra” Toscana si rendono evidenti infiltrazioni mafiose nelle attività produttive, appare ancora più importante che tutta la società civile aumenti l’attenzione verso queste forme di illegalità ed assuma una posizione ferma di condanna.
“Dobbiamo imparare a conoscere le nuove mafie, come esse si muovono nel territorio, combattere la corruzione in qualunque forma essa si manifesti, chiara anticamera del fenomeno di infiltrazioni mafiose. Non possiamo delegare a nessuno questo compito”, afferma il comunicato stampa di Libera Toscana.
Vi aspettiamo il 10 marzo, in Sala Consiliare, dalle 10.30."
Libera, presidio di Volterra