Economia, il convegno Opse 'La Toscana negli anni della crisi'
L'OPSE (Osservatorio Permanente Socio Economico) ha organizzato un convegno dal titolo 'La Toscana negli anni della crisi. Confronto con le Regioni Europee' a Firenze il 27 febbraio 2018 nella Sala ex Leopoldine, Piazza Tasso, 7.
I relatori del convegno hanno messo alla luce i dati, le conseguenze e gli effetti della crisi nella nostra Regione, parlando della storia economica del nostro territorio, della forte vocazione artigianale e industriale, in rapporto ai paesi e alle regioni europee.
Il dott. Ferdinando Berti ha evidenziato le difficoltà che persistono nel ciclo economico della Toscana. Il fattore più colpito è chiaramente il lavoro. La ripresa del ciclo oltre ad essere molto lenta, non ha purtroppo ancora basi solide. Gli interventi attuati sono ancora purtroppo palliativi rispetto alla cura necessaria a livello di sistema economico locale e mondiale.
E’ necessaria una vera nuova rivoluzione economica, un cambiamento di rotta a 180°, per salvare quello che ci è stato dato in uso e non in proprietà: il nostro territorio. Sono necessari robusti interventi di politica keynesiana per cercare di riportare un po' di equilibrio in un contesto che definire “medioevale” è un complimento.
Il prof. Nigro ha ripercorso la grande storia economica toscana, dalla primaria vocazione agricola della regione, alle riserve minerarie delle Colline Metallifere e dell’isola d’Elba, alla via Volterrana del sale, all’attività tessile e della produzione dei cappelli di paglia di Firenze. Rileva come, indubbiamente, la formazione culturale e tecnica dei giovani dovrà essere più forte e aggiornata per superare la crisi economica toscana.
Il dott. Alessandro Valentini, Responsabile dell’Ufficio Territoriale Istat per la Toscana, Marche e Umbria, riporta che la Sede Istat ha confrontato un set di indicatori statistici con quelli delle altre regioni europee: ne emerge che all’inizio della crisi economica (2008) l’asse di somiglianza della Toscana si collocava nella Mittle Europa, mentre in periodi recenti il profilo si è avvicinato a quello di alcune aree settentrionali della Spagna, delle regioni della Finlandia e della Svezia.
Il tasso di crescita delle imprese evidenzia un marcato rallentamento in corrispondenza delle due fasi recessive (2008-2009 e 2012-2013), ed una dinamica più sostenuta durante la ripresa dal 2014 in poi. L’andamento si è attestato al +0,7% fra il 2008 e il 2017, e dunque ad un livello sensibilmente inferiore rispetto ai valori pre-crisi (+1,4% la media annua relativa al settennio 2000-2007).
Particolarmente critica appare, la situazione delle imprese artigiane. La demografia imprenditoriale della regione è stata trainata soprattutto dalle aree urbane: fra il 2008 e il 2016, il tasso di crescita imprenditoriale è infatti cresciuto del 7,3% nei sistemi locali del lavoro dei comuni capoluogo, e del 2,7% nei restanti sistemi locali. Una crescita più sostenuta è stata inoltre rilevata nei sistemi locali non manifatturieri ed in quelli caratterizzati da una maggiore vocazione all’export. Nel 2017 le nuove iscrizioni sono così scese sotto quota 25mila , toccando un minimo storico e penalizzando soprattutto le iniziative imprenditoriali avviate da giovani. Persistono difficoltà soprattutto per le imprese più piccole: l’occupazione delle micro-imprese ha continuato a diminuire fino al 2016, evidenziando una marginalissima inversione di tendenza solo nel 2017.
La Prof.ssa Maria Pia Maraghini, quale sintesi delle tre Università Toscane, ha precisato che rende sempre più urgente ed indispensabile l’attivazione di continui ed efficaci processi di innovazione, i quali fanno emergere la necessità di instaurare un differente rapporto tra mondo della ricerca e tessuto produttivo. In Toscana, questi devono tener conto della natura di imprese spesso piccole, sottocapitalizzate e perlopiù operanti in mercati tradizionali, che è propria del tessuto economico regionale, non sempre in grado di assorbire o sviluppare la ricerca di eccellenza prodotta negli Atenei. Guglielmo Barone, responsabile della Divisione di analisi e ricerca economica della Sede di Firenze della Banca d'Italia, ha relazionato sulle dinamiche del credito alle imprese. Con l'avvio della grande crisi il tasso di crescita dei finanziamenti alle imprese si è ridotto fino a diventare negativo durante la crisi dei debiti sovrani. Il credito è poi tornato a crescere tra il 2015 e il 2016 per stabilizzarsi nel periodo più recente. Tali andamenti sono il risultato di politiche dell'offerta caratterizzate da un'intonazione prudente dall'inizio della crisi fino al 2013-2014 e da una sostanziale neutralità successivamente; tali politiche sono state anche la reazione alla via via crescente rischiosità del credito.
Relatori: Dott.ssa Bianca Maria Martelli, ex direttrice di Istat Toscana e Marche, presidente OPSE; Dott. Ferdinando Berti, economista e portavoce OPSE; Prof. Giampiero Nigro, Presidente Associazione Storici Eonomici Europei, già Preside della Facoltà di Economia e Pro-Rettore dell’Università degli Studi di Firenze; Dott. Alessandro Valentini, Direttore Istat Toscana, Umbria e Marche; Dott. Riccardo Perugi, economista; Prof.ssa Maria Pia Maraghini, docente dell’Università degli Studi di Siena; Dott. Guglielmo Barone, Responsabile Ufficio Studi Banca d’Italia in Toscana; Col. Pierluigi Sozzo, Comandante di Stato Maggiore Guardia di Finanza Italia Centrale; Dott. Stefano Casini Benvenuti, Direttore Irpet; Dott.ssa Nicoletta Matteuzzi, Direttore Sistema Museale del Chianti e Valdarno Fiorentino.
Fonte: Ufficio Stampa