Cannabis Light, la canapa da fiore. Fiori di Campo a Empoli offre consulenze a privati e aziende
In Toscana è tornata la canapa! In un momento di grande fermento per la canapa industriale italiana, dovuto alla coltivazione di canapa da fiore ed in particolare per la cosiddetta cannabis light, gli agricoltori, produttori e commercianti italiani hanno adesso una grande opportunità.
Fiori di Campo a Empoli offre consulenze gratuite e tutte le informazioni necessarie per intraprendere questa nuova attività, consigli e soluzioni sui metodi di coltivazione per aziende e privati. Per prenotazione semi certificati 1° lotto inviare una email a info@fioridicampo.com entro sabato 3 marzo. Le prenotazioni per il secondo lotto sono aperte per tutto il mese di marzo.
Fiori di Campo, dal 2002 passione e professionalità
Vasto assortimento di Fiori di Canapa Italiana Certificata proveniente da colture in pieno campo, in serra e da coltivazione indoor.
Prodotti delle migliori marche, substrati, fertilizzanti per idroponica e fibra di cocco, strumenti per la misurazione e trattamento acqua, ventilazione – controllo climatico per serre, illuminazione a LED.
Fiori di Campo è in via Salvagnoli, 77 - 50053 Empoli
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CANNABIS LIGHT, LE NORMATIVE VIGENTI
Il termine cannabis light mira ad individuare in modo semplificato quel tipo di cannabis che presenta un principio attivo inferiore al limite di 0,6%. Tale limite è stato introdotto, quale deroga del limite principale – pari allo 0,2% – dall’art. 4 co. 5 della L. 242/2016 che recita: «Qualora all’esito del controllo il contenuto complessivo di THC della coltivazione risulti superiore allo 0,2 per cento ed entro il limite dello 0,6 per cento, nessuna responsabilità è posta a carico dell’agricoltore che ha rispettato le prescrizioni di cui alla presente legge».
È evidente la macchinosità del meccanismo normativo, concepito probabilmente per evitare conseguenze penali al coltivatore, laddove il prodotto della coltura sforasse, come spesso accade, il limite dello 0,2%.
È altrettanto evidente che questa norma di salvaguardia sia stata concepita originariamente per il coltivatore, ma – in concreto – abbia esteso (per analogia in bonam partem) la propria sfera di influenza anche in relazione alla successiva attività di commercializzazione del prodotto, anche per il soggetto che ponga in vendita piante o sostanze che risultino – per certificazione – conformi ai limiti indicati.
Dunque, la disposizione in questione si pone come lex specialis rispetto alla disciplina data dal dpr 309/90, che governa i profili penali del diritto degli stupefacenti, introducendo un limite di tolleranza legale in materia di presenza di THC addirittura superiore a quello individuato con alcune pronunzie dalla Suprema Corte di Cassazione che ha determinato la soglia nello 0,6%.
Rilevante un'ulteriore deroga all’applicazione di sanzioni penali, in ipotesi del superamento del limite dello 0,6% è contemplata nel co. 7 del citato art. 5, che prevede: «Il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa impiantate nel rispetto delle disposizioni stabilite dalla presente legge possono essere disposti dall’autorità giudiziaria solo qualora, a seguito di un accertamento effettuato secondo il metodo di cui al comma 3, risulti che il contenuto di THC nella coltivazione è superiore allo 0,6 per cento. Nel caso di cui al presente comma è esclusa la responsabilità dell’agricoltore».
Il commercio all’ingrosso ed al dettaglio di infiorescenze è, dunque, ammissibile, se avvenga nel rispetto dei limiti quantitativi di THC attualmente vigenti (stabiliti dalla L. 242/2016) e se appaia certo che tali infiorescenze non siano suscettibili di ulteriore sviluppo qualitativo, tale permettere il superamento delle soglie, stabilite dal comma 5 dell’art. 4 della legge citata.
Tra gli ultimi provvedimenti legislativi in merito è stata presentata tempo fa una risoluzione alle Commissioni Affari Sociali e Agricoltura di Montecitorio per consentire l’uso floreale ed erboristico delle infiorescenze da canapa industriale. Il fine sarebbe quello di avere una regolamentazione ad hoc in grado di colmare l’attuale vuoto legislativo. Intanto secondo un studio preliminare sul settore, la cannabis light a regime potrebbe portare un fatturato annuo di 44 milioni di euro, 960 posti di lavoro stabili e 6 milioni l’anno di entrate fiscali per lo Stato.
Quanto materiale produce mediamente una pianta o un ettaro?
Dipende innanzitutto dal numero di piante che si mettono a metro quadro. In genere si piantano una o due per metro quadro: se ne metto una saranno 10mila piante ad ettaro, con due saranno 20mila. Una densità giusta è quella di 2 piante a metro quadro circa, dalle quali, con le varietà attualmente disponibili e le giuste tecniche di coltivazione, è possibile ottenere circa 5/600 chilogrammi ad ettaro di prodotto secco.
Usi medicinali del CBD e patologie
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’efficacia della cannabis come rimedio per molteplici malattie e patologie. La ragione principale è il suo alto contenuto di cannabidiolo, conosciuto con la sigla CBD. Questo componente agisce come ansiolitico, rilassante e antinfiammatorio in casi di sclerosi multipla, epilessia, schizofrenia, depressione o dolore cronico.
Fiori di Campo
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