Elezioni, le richieste di CNA Firenze alla politica: ecco un incontro con i candidati
“Chiediamo un artigianato di sana e robusta Costituzione, così come auspicato dall’articolo 45 della nostra Carta che, dopo 70 anni, rimane ancora inespresso nelle sue intenzioni di tutela e sviluppo del settore”.
È così che Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana, sintetizza le richieste che artigiani e piccoli imprenditori avanzeranno domani, 27 febbraio, nel corso dell’incontro (sede Cna di via Alamanni, ore 18:00) con alcuni candidati alle prossime elezioni politiche: Lorenzo Becattini (Partito Democratico), Alessio Biagioli (Liberi e Uguali), Alfonso Bonafede (Movimento 5 Stelle) e Marco Stella (Forza Italia).
Una tutela e uno sviluppo che per l’associazione fiorentina non possono che passare attraverso una legge nazionale che riconosca, anzitutto, come valore fondamentale, la varietà di forme con cui l’artigianato si esprime. Solo dopo l’adozione di una legge quadro sarà possibile consegnare la materia alle regioni per la loro attuazione.
“Oltre questa - prosegue Cioni - abbiamo bisogno di un intervento risolutivo su 5 problematiche cruciali: fisco, burocrazia, innovazione, credito e mercati pubblici”.
Un fisco che riduca la pressione fiscale (pari, al livello medio italiano, al 61,2% del reddito prodotto, che a Firenze, però, raggiunge il 68,4%) e garantisca maggiore equità nel prelievo tra i diversi redditi da lavoro. Una burocrazia semplice, attenta alla qualità della legislazione, in grado sia di analizzare ex ante l’impatto dei vari provvedimenti, che di ridurre lo stock normativo. Un’innovazione sostenuta da risorse dedicate adeguate, un credito accessibile (dal 2011 il credito bancario alle imprese è diminuito del 20%) e mercati pubblici accessibili anche per le micro e piccole imprese.
Problematiche cruciali anche al livello locale, “perché solo una Firenze semplice ed efficiente consentirà la crescita della città e una competizione ‘ad armi pari’ con le grandi capitali europee” continua il presidente degli artigiani.
“Insomma – riassume Cioni – provvedimenti normativi che mettano finalmente al centro artigianato e pmi perché, dal dopoguerra in poi, quando si è pensato al ruolo economico e sociale delle imprese si è sempre guardato all'industria. Una situazione, però, che già aveva poco senso negli anni cinquanta, figurarsi oggi: questo è sempre stato ed è ancora un paese di piccole e medie imprese che costituiscono infatti oltre il 90% del totale dell’imprenditoria italiana. Eppure la politica fa orecchie da mercante: si pensi al piano Industria/Impresa 4.0. Un progetto, sulla carta, allettante che si sta scontrando, nella dimensione operativa quotidiana, con i limitati strumenti a disposizione di piccole e piccolissime imprese e con l’incapacità di accedere alle economie di scala”.
CNA chiede inoltre un’attenzione particolare per un settore caratteristico di Firenze e di tanta parte del paese: l’artigianato d’arte e di tradizione, quella parte del manifatturiero legata in maniera indissolubile alla storia e alla cultura italiane.
“Non è solo una questione fiorentina o dei centri storici delle città, ma un problema nazionale, anche questo da affrontare con strumenti legislativi nazionali seri ed efficienti, così come accade in altri paesi europei come Francia e Germania. Basta con la miriade di provvedimenti che sottolineano l’importanza e la strategicità del settore per poi non risolvere niente. Occorrono invece poche e chiare regole che prevedano percorsi e meccanismi di reale sostegno alle imprese nei processi di cambiamento del mercato e nella trasmissione dei saperi di impresa, che consentano al settore di rinnovarsi, acquisire nuove abilità tecnologiche e nuove tecniche di vendita, divenire insomma più smart” insiste Cioni.
Infine, sul piatto, la richiesta di quello che è un vero e proprio atto di giustizia verso restauro e restauratori. Da un numero infinito di anni i restauratori aspettano una qualifica che identifichi e dia dignità al loro lavoro. Dal 2013 è in vigore una legge che istituisce un elenco che dovrebbe individuare i restauratori qualificati, ma dopo le tonnellate di carte prodotte per dimostrare il possesso dei requisiti, sono ancora nel limbo in cui li ha rinchiusi il Ministero dei Beni culturali che non è riuscito ad esaminare, dopo 5 anni, le circa 6000 domande pervenute da tutta Italia. Possibile non si riesca a sbloccare la situazione di queste aziende, professionisti, artigiani-artisti, capaci di intervenire sui Giotto e sui Masaccio, ma messi al palo, oltre che dalle difficoltà del mercato, da una burocrazia senza capo né coda, tanto inutile quanto arrogante?
Fonte: CNA Firenze