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Fra Michele Durazzini e la Empoli di fine 1400 tornano a nuova vita

L’incunabolo "Sermones" di Michele Durazzini, stampato a Firenze da Francesco Bonaccorsi nel 1490, sarà presentato domani (sabato 24 febbraio) alle 11, nella splendida cornice del Cenacolo degli Agostiniani. Il volume è stato ripubblicato in edizione facsimilare nel novembre 2017 grazie a un finanziamento del Rotary Club di Empoli, con la direzione scientifica del professor Mauro Guerrini. Oltre ai curatori del volume saranno presenti Concetta Bianca e Graziano Ruffini dell’Università di Firenze; Elisabetta Guerrieri dell’Università di Firenze e Piero Scapecchi (già della Biblioteca Nazionale centrale di Firenze, maggior studioso di incunaboli in Italia).
Il professor Mauro Guerrini, cattedratico dell’Università di Firenze, presidente della Società Storica Empolese e del locale Rotary Club ci illustra di cosa si tratta

Professor Guerrini, cosa ci dice di questo volume?
E’ il primo libro della storia pubblicato da un empolese, quindi di grande valore.

Di cosa tratta?
Di Omiletica, il ramo degli studi teologici cristiani che si occupa dell'arte e della teologia della predicazione. In pratica come si dovevano fare le omelie dopo la lettura del Vangelo alla Messa ed al tempo, siamo nel 1490, ebbe un grande successo specie per i preti di campagna che erano meno eruditi.

Dell’autore cosa si sa?
Michele Durazzini era un frate agostiniano di cui non conosciamo il luogo di nascita, ma così legato alla nostra città da esser ricordato come Michele da Empoli. E’ stato spesso confuso con due omonimi Michele di cui uno, il primo, vissuto tra il 1390 e il 1432 sepolto in Santo Stefano degli Agostiniani, mentre il secondo, il Nostro, nacque negli anni Trenta del XV secolo e scomparve dopo il 1493, ultima data nota, sepolto in luogo ignoto, come ignoti rimangono il luogo e l’anno esatto della morte.

A quale ordine apparteneva?
Era nell'ordine agostiniano nel convento di Empoli. Nel giugno 1463 è citato come magister (professore), ma frammentarie sono le notizie relative alla sua attività: vicario della Provincia pisana a cui apparteneva il convento di Santo Stefano. Nello stesso periodo è nominato priore del convento di Santo Spirito in Firenze e nel maggio del 1474 risulta docente allo Studium agostiniano fiorentino (Università); viene eletto priore del convento di Sant'Agostino in Roma e nell'aprile 1466 è vicario della Provincia romana. Nel 1478 risulta priore del convento di Empoli. Mancano però sue notizie fino al settembre 1484, quando viene nominato di nuovo priore del convento fiorentino e decano del collegio dei teologi dello Studium.

Insomma, per l’epoca un personaggio di grande spessore
Sicuramente, era professore di studio teologico presso l’ordine dei Servi di Maria a Firenze, un maestro, un dotto di alto livello

E lo stampatore?
E’ un altro aspetto da evidenziare per spiegare l’importanza del volume. Si tratta infatti del tipografo fiorentino Francesco Bonaccorsi che lo stampa nel 1490, un maestro del neonato mestiere, tra i più considerevoli nella storia tipografica toscana e nazionale. Non a caso colui a cui si deve la prima edizione a stampa del Convivio di Dante. Non sappiamo, però, in quante copie stampò il volume del Durazzini.

Il libro parla anche della società empolese del tempo?
Le pagine testimoniano soprattutto la vitalità di un centro qual era Empoli nella seconda metà del secolo XV. Durazzini introduce infatti richiami specifici al territorio come, per esempio, la predica per Sant'Andrea patrono, il miracolo del pane di San Nicola da Tolentino ricordato insieme all'episodio della vedova e dei suoi figli, aspetti di cronaca che sono finora sfuggiti alla ricerca storica. Presenta, inoltre, commenti alla Sacra scrittura e introduzioni alle festività religiose.

Che valore ha per la città questa edizione facsimilare?
Direi molto importante dal punto di vista culturale. La copia originale da cui si è ricavata l’edizione facsimilare si trova alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze. L’edizione che è stata stampata da Editori dell’Acero in 350 copie è fedelissima e presenta tutte le caratteristiche dell’originale, macchie sulla carta comprese. Il volume è scritto in latino ed è naturalmente di difficile comprensione, ma per la storia della nostra città si tratta senza dubbio di un volume di grande valore.

Come nasce questa iniziativa?
Da un impulso del direttore della Biblioteca Comunale ‘Renato Fucini’ di Empoli Carlo Ghilli e grazie al supporto finanziario del Rotary Club empolese. Nello scorso mese di dicembre consegnai in anteprima il volume al Sindaco ed ora sarà presentato alla città.

Marco Mainardi

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