Il ct di Bebe Vio al Calasanzio: quando lo sport unisce
L'Istituto Calasanzio conclude il suo progetto “Sotto la divisa bianca … un’anima comune”.
Sarà organizzata una festa coi ragazzi delle medie e con personalità civili e sportive. L’assessore allo sport del Comune di Empoli Fabrizio Biuzzi ha conferito ufficialità al lavoro svolto dai ragazzi, dall’insegnante di Scienze motorie con la supervisione dell’ex azzurra Valentina Landucci.
La frase che ha ispirato il progetto è ripresa da quanto detto da un maestro indù che mostrò, un giorno, ai discepoli un foglio di carta con un puntino nero nel mezzo.
“Cosa vedete?”, chiese.
Ed essi: “Un punto nero!”
“Come?” disse deluso il maestro.
“Nessuno di voi è stato capace di vedere il grande spazio bianco tutt’attorno?”
Purtroppo noi tutti vediamo solo il punto nero dell’handicap, la non abilità e non il grande spazio bianco della soluzione e del benessere, ovvero le potenzialità della persona e le sue capacità di agire.
Presenti Ennio Canigiani in rappresentanza della Banca Alta Toscana che ha supportato il progetto, il DT della Nazionale Paraolimpica e nonché allenatore di Bebe Vio, Simone Vanni, l’Associazione “Noi … da Grandi” che ha fatto proprio e la dirigenza della scuola col preside P. Romeo Piroli e il Fabio Fabbri. Hanno presenziato anche le associazioni che gravitano intorno al Calasanzio col presidente della Fondazione Calasanzio, Paolo Fontanelli e il Presidente dell’AGESC Lisa Sadun.
Il progetto è un percorso didattico completo che unisce i valori morali ed etici, storicamente legati all’insegnamento della Scherma, con la formazione dell’identità dell’allievo attraverso una sana pratica sportiva.
Il fine del progetto è la promozione di condizioni di vita dignitose e di un sistema di relazioni soddisfacenti nei riguardi di coloro che presentano difficoltà nella propria autonomia personale e sociale e porre l’accento non solo sulla condizione di disagio ma sulla ricerca di un benessere comune, proponendo un’esperienza sportiva, la Scherma appunto, dove ogni partecipante possa sperimentarsi in un ruolo attivo.
Fonte: Istituto Calasanzio