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Studentesse violentate, pubblicato parte dell'interrogatorio: "Nessuna minaccia, ma portavano un'arma"

Il giudice ritiene inammissibili molte domande: "Non torno indietro di 50 anni"

Il Corriere della Sera e il Corriere Fiorentino hanno pubblicato oggi un estratto delle domande rivolte dagli avvocati alle due studentesse americane che hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri lo scorso 7 settembre a Firenze. I quesiti degli avvocati sono stati 'filtrati' dal gip Mario Profeta che ha respinto e non ammesso molte delle domande rivolte alla ragazze ritenendolo inopportune o lesive della sfera personale, come ad esempio la domanda "trova sexy gli uomini che indossano la divisa?". Il giudice ha più volte ribadito "non torno indietro di 50 anni". Tra le altre domande contestate dal giudice quella se le due ragazze indossassero o meno la biancheria intima.

Una delle ragazze avrebbe riferito di essere "completamente ubriaca" e di ricordare poco o nulla. Alla domanda come facesse a sapere di essere stata violentata avrebbe risposto che aveva alcuni dolori intimi.

Nel racconto delle due ragazze sarebbe stato il carabinieri più giovane a chiederle di portarle a casa e loro avrebbero accettato perché sentitesi al sicuro. Stando ancora al loro racconto una delle due, ubriaca, a malapena riusciva a camminare. Avrebbero permesso ai carabinieri di accompagnarle in casa proprio per aiutarle a non farsi male data la loro condizione.

Poi il racconto della violenza, il carabiniere che le chiede se può baciarla, lei che risponde di no, e "lui mi ha spinto contro il muro": "Non mi ha minacciata però mi sentivo minacciata dal fatto che lui porta un'arma".

 

 

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