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In Regione prosegue la mostra 'Paesaggio immaginato' del sanminiatese Luca Macchi

In mostra una scelta di dipinti che hanno per filo conduttore il paesaggio presente sullo sfondo che accompagna le composizioni. Un paesaggio sentito che corrisponde al paesaggio toscano. Tra le opere in mostra “La Terra” (2017), grande figura personificazione della Terra,  e “Nel costato di Firenze” (2018) composizione dedicata alla città di Firenze e accompagnata da una poesia di Mario Luzi. Nella seconda saletta alcune opere della serie “Divinità del paesaggio”. La mostra è corredata da un catalogo con testi di Eugenio Giani, Cristina Acidini e Nicola Micieli dei quali riportiamo alcuni brani:

“Luca Macchi si presenta nelle nostre sale monumentali con una selezione delle sue opere dove mito, poesia, natura e città si integrano, dialogano, delineano un “Paesaggio immaginato” dalla potente valenza suggestiva. Osservare un quadro di Macchi è un’esperienza sensoriale che tocca il cuore e la mente e, per questo, è impossibile non esserne rapiti e magicamente trasportati all’interno del suo mondo. Basta leggere il suo percorso artistico e quanto personalità del calibro Mario Luzi hanno scritto su di lui per comprendere che siamo davanti ad un pittore che ha segnato il panorama artistico degli ultimi decenni”.

Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Regionale

“I paesaggi di Macchi denotano una matrice toscana ma trasfigurata, essendo scomposti e ricombinati da pennellate spigolose e sicure, larghi sotto il cielo e insieme cavernosi e tellurici, in forza delle stesure indefinibili che si addensano sotto il piano di campagna. I suoi cipressi, vibranti di pennellate cangianti nella luce meridiana, sorgono da un astratto spaccato che suggerisce altri spazi e altre storie, iscritte talvolta in misteriose cifre d’oro zecchino, come i tesori sepolti di civiltà ammutolite.”

Cristina Acidini, Presidente Accademia delle Arti del Disegno

“Per Macchi il paesaggio è un luogo identitario. Lo si vive nella contiguità e nell’estensione della persona e del suo sentire anche storico. È dunque fortemente connotato in termini culturali. Anche quegli aspetti del paesaggio dipinti “d’après nature”, sono comunque parte integrante del paesaggio antropico, per lui pienamente immerso nel luogo totalizzante della sua collinare San Miniato, “terra murata” del resto esemplare in una Toscana il cui territorio è stato come pochi altri modellato e segnato dall’uomo.”

Nicola Micieli, Critico d’arte

Paesaggio immaginato

di Luca Macchi

Sala del Gonfalone, Palazzo del Pegaso, via Cavour 2, Firenze

la mostra prosegue fino al 22 Febbraio 2018 con i seguenti orari:

da lunedì a venerdì 10.00 – 12.00 e 15.00 – 19.00; il sabato 10.00 – 12.00

l’accesso sarà consentito, previa esibizione di valido documento di identità, nei limiti dei posti previsti ai sensi della normativa in materia di sicurezza.

Nota: Luca Macchi è nato a San Miniato in Toscana dove vive e lavora. Negli anni Ottanta entra in contatto con le più attuali neoavanguardie di quegli anni iniziando una ricerca pittorica fissata nella serie Magma. Invitato a numerose rassegne ha tenuto personali in Italia e all’estero. Si è incontrato più volte con l’Arte Sacra, del 2011 è la parete al Santuario di Cigoli. Del 2014 è il dipinto “Il loro sacrificio faccia germinare la pace” (cm. 200x300), riflessione sui fatti della nostra epoca. È autore di studi e pubblicazioni. Hanno scritto sul suo lavoro tra gli altri: Cristina Acidini, Giuseppe Billi, Silvia Bottinelli, Dante Fasciolo, Cinzia Folcarelli, Marco Lapi, Marco La Rosa, Dilvo Lotti, Mario Luzi, Andrea Mancini, Ilaria Mariotti, Luciano Marrucci, Nicola Micieli, Tommaso Paloscia, Giorgio Pilla, Piero Santi, Giuliano Scabia, Alessandra Scappini, Valerio Vallini, Francesco Valma.

Fonte: Ufficio Stampa

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