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Maleodoranze a Montelupo, i cittadini preoccupati formano un comitato

Gli odori, che provocano bruciore e irritazioni, provengono da un'azienda. Asl e Arpat hanno imposto adeguamenti, ma il problema persiste

Costretti a stare in casa con porte e finestre chiuse in attesa che quel fastidioso odore sparisca. Sono davvero esausti i residenti di via Citerna e via Sesto Fiorentino, nella zona industriale Le Pratella di Montelupo Fiorentino, i quali da ormai due anni devono fare i conti con le maleodoranze provenienti da un'azienda del luogo.

Emissioni che oltre a rendere irrespirabile l'area provocano anche fastidiose irritazioni alla gola e alla pelle, oltre che bruciore agli occhi.  Circola preoccupazione tra i residenti che lo scorso 12 dicembre hanno deciso di costituire il 'Comitato Spontaneo per la Salvaguardia del territorio di Citerna'. A seguito delle segnalazioni fatte e dell'impegno del Comitato, negli ultimi mesi all'azienda è stato chiesto di eseguire alcuni lavori all'impianto ( a breve saranno fatte nuove verifiche), ma per il momento la situazione non si è risolta.

Le prime segnalazioni di maleodoranze risalgono addirittura al marzo 2016: da quella data Asl e Arpat hanno certificato a più riprese la presenza di sostanze "classificate come pericolose" (nella fattispecie metilmetacrilato e cloruro di metilene) che sarebbero liberate durante una fase produttiva dell'azienda. Si tratterebbe di sostanze "irritanti per gli occhi, la pelle e le vie respiratorie" oltre che "sospette di provocare il cancro" (come si legge nel parere Asl).

Entrambi gli Enti, che sono i garanti dell'ambito sanitario e ambientale, hanno concordato sull'obbligo di "installazione di un adeguato impianto di abbattimento per i solventi" (SOV). All'azienda vengono contestate una serie di irregolarità nella manutenzione, nella vigilanza e nella messa in funzione dell'impianto emissivo.

Queste certificazioni hanno trovato un risultato solo lo scorso ottobre, quando lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune ha emesso l'Autorizzazione Unica Ambientale (AUA). Questa contiene una serie di prescrizioni a cui l'azienda deve attenersi che riguardano l'adeguamento dell'impianto emissivo. L'AUA è stata emessa il 13 ottobre 2017 e l'azienda aveva tempo 90 giorni per completare le modifiche.

Ma a quanto pare, questo denunciano i residenti, il problema non si sarebbe risolto. Il Comitato è ai ferri corti, mentre l'amministrazione comunale sta seguendo con attenzione la vicenda. Nei giorni scorsi il sindaco Paolo Masetti e l'assessore all'ambiente Lorenzo Nesi hanno effettuato un sopralluogo sul posto e avrebbero ricevuto rassicurazione dall'azienda sull'avvenuto adeguamento dell'impianto. Dall'Amministrazione fanno anche sapere che l'azienda "avrebbe mostrato la massima disponibilità a risolvere le problematiche in essere".

I lavori sarebbero stati realizzati, ma la cittadinanza denuncia ancora cattivi odori. L'azienda è obbligata al campionamento delle 'nuove' emissioni e all'invio dei dati agli organi competenti. Da quanto si apprende il campionamento, che sarà eseguito dall'azienda stessa, inizierà nei prossimi giorni: qualora i valori risultino nella norma si potrà continuare l'attività produttiva, con o senza odori, altrimenti Asl e Arpat indicheranno le ulteriori modifiche da effettuare all'impianto.

Bisogna quindi attendere i nuovi dati sui valori emissivi per capire se quelle maleodoranze possano o meno costituire ancora un pericolo sanitario. Il vicesidaco Lorenzo Nesi starebbe attendendo i risultati del campionamento per chiedere un incontro al Comitato e fare il punto della situazione.

Giovanni Mennillo

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