Dal frutto proibito ai social: il vescovo Migliavacca contro le fake news
Fake news, reti sociali e notizie invasive nel mondo della comunicazione: questi i temi dell'incontro conviviale avvenuto nel refettorio della chiesa della Nunziatina a San Miniato, in occasione del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, alla presenza del vescovo Andrea Migliavacca e del responsabile delle comunicazioni sociali della diocesi don Francesco Ricciarelli. Un corposo dibattito con i rappresentanti delle testate locali (quotidiani, periodici, radio, tv, stampa online) è nato sulle parole di Papa Francesco per la 52esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. La Chiesa ha avuto da sempre interesse nel mondo della comunicazione, si pensi al Vangelo. Le informazioni devono essere buone, devono favorire il buon vivere sociale e il bene comune. Inoltre nelle relazioni il Vangelo può risuonare come voce attuale, parola che illumina sui tempi bui che stiamo vivendo. Francesco stesso ha dato vita a una grande riforma all'interno del Vaticano con la creazione di un unico segretariato per la comunicazione.
Il tema portante della cena è stato legato alle fake news. Ogni giornalista e ogni cittadino ha la responsabilità personale di cercare la verità. Fin dalla notte dei tempi la menzogna ha corrotto l'uomo. Il serpente del giardino dell'Eden ha indotto Eva a mangiare il frutto proibito, insinuando una notizia falsa sul conto di Dio. Il messaggio era chiaro: non dovrete mangiare i frutti dell'albero della conoscenza del bene e del male, mentre il rettile aveva detto subdolamente che facendo ciò i due umani sarebbero diventati al parui di Dio. Le conseguenze nefaste che avvennero dopo sono storia nota.
La disinformazione ferisce, la ricaduta è fuori il controllo di chi ha messo in giro questa voce. Per questo il giornalista diventa custode delle notizie, non un mestierante ma un uomo che segue una missione. La pace è la vera notizia.