Sei rapine al Monte dei Paschi, arrestato criminale seriale di rientro alle Antille
Catturato il rapinatore seriale di banca che aveva colpito per ben sei volte in provincia di Siena. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale hanno eseguito a Grosseto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Il professionista delle rapine in banca, un pugliese di 47 anni domiciliato a Grosseto, è stato assicurato alla giustizia dopo la cattura a Grosseto. È stata data così esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal Procuratore Capo Salvatore Vitello, dal pm Nicola Marini, emessa dal gip Roberta Malavasi in relazione a sei rapine in banca commesse a cavallo fra il 2016 e il 2017 in Provincia di Siena.
Erano state tutte compiute ai danni di filiali isolate del Monte dei Paschi di Siena, quasi che quel personaggio nutrisse una sorta di scaramantica predilezione per l’istituto bancario senese che in quelle sei occasioni gli aveva fruttato un bottino complessivo di oltre centomila euro.
Aveva cominciato la propria avventura in provincia a Rosia il 25 luglio 2016, poi il 29 agosto 2016 aveva operato ad Arbia, in Comune di Asciano, dopo un anno di pausa era tornato alla carica il 7 agosto 2017 per colpire a Vescovado di Murlo e poi, in rapida successione, era stata la volta di San Giovanni D’Asso il 4 settembre 2017, di Sant’Angelo in Colle (18.10.2017) e San Rocco a Pilli (6.11.2017).
Aveva sempre operato in solitaria, approfittando della sua carnagione olivastra aveva preso l’abitudine di simulare l’accento nordafricano, storpiando volontariamente la lingua italiana, chiedendo informazioni sul come poter inviare bonifici in Marocco.
Agiva preferibilmente in orario di chiusura quando nelle piccole filiali degli istituti bancari di paese è difficile incontrare clienti, operando sempre a volto scoperto per aver facile accesso all’obbiettivo, estraeva una pistola forse finta ma tremendamente verosimile e minacciava gli impiegati così da farsi consegnare il denaro in cassa. Completava poi l’operazione ammanettando di schiena con fascette di plastica le sue vittime, che venivano rinchiuse all’interno del bagno della filiale, in maniera da avere il tempo di allontanarsi a piedi verso un’autovettura che lo attendeva nelle strade viciniori. Nell’episodio di San Rocco a Pilli un passante era riuscito finalmente ad annotare la targa della macchina del rapinatore sbagliandosi però sul modello.
I Carabinieri vista la successione degli episodi e la collocazione degli obbiettivi avevano immaginato che il rapinatore potesse provenire dalla Provincia di Grosseto. Quella targa era stata però fondamentale perché con una certosina ricerca delle telecamere operanti lungo l’ultimo percorso di fuga gli investigatori giungevano davvero a Grosseto.
Quell’autovettura era provento di furto e recava la targa di un altro mezzo rubato. Aveva girato la Provincia maremmana e questo aveva consentito ai Militari con alcuni ingegnosi escamotages di identificare il personaggio. Era seguita una meticolosa ricerca in termini di geolocalizzazione dell’uomo e della macchina. Vi erano poi stati i riconoscimenti da parte delle vittime. Erano stati cristallizzati chiari riscontri su una stecca ad un dito della mano sinistra e su una fasciatura al braccio destro che avevano contraddistinto il rapinatore solitario.
Durante la perquisizione domiciliare, sono saltate fuori le chiavi dell’auto rubata e l’abbigliamento utilizzato per le rapine. Così il rapinatore solitario, recentemente rientrato da una vacanza nelle Antille, in attesa del processo che si terrà presso il Tribunale di Siena, dovrà affrontare un meno gradito soggiorno non nelle paradisiache isole del centro America ma nel carcere di Grosseto.