"Pisa omaggi Augusto Castrucci, sindacalista antifascista"
Una città in comune e Rifondazione Comunista hanno depositato la mozione con la proposta di intitolazione di un luogo della città ad Augusto Castrucci, sindacalista ferroviere nato a Pisa, antifascista. Alla conferenza stampa, a cui ha partecipato Ezio Gallori, figura storica del sindacalismo italiano, erano presenti anche ferrovieri e i discendenti di Castrucci, a testimonianza dell’affetto e dell’importanza che ancora riveste nella storia della nostra città e del sindacato.
Castrucci fondò proprio a Pisa la rivista “In marcia!” nel 1908, stampata presso la tipografia Vannucci, mensile della categoria di macchinisti e fuochisti di cui fu direttore, punto di riferimento per tutto il settore; dalle sue pagine Castrucci diede forza alla battaglia per la giornata di 8 ore, un orario di lavoro che assicurasse migliori condizioni per i lavoratori e per i viaggiatori (mentre allora la giornata per fuochisti e macchinisti poteva raggiungere anche 15-18 ore), per il riconoscimento delle malattie professionali, per la fine delle punizioni politiche nelle ferrovie, per l’innalzamento dei minimi salariali, per un trattamento pensionistico e previdenziale degno, per l’introduzione di sistemi di sicurezza e apparati di controllo sui binari.
Da Pisa Castrucci fu protagonista dello sciopero nazionale di categoria del gennaio 1920 («quasi un suo trionfo personale», secondo le forze dell’ordine), in cui fu conquistato il diritto di sciopero e - almeno formalmente - le otto ore di lavoro. L’avvento del fascismo ne segnò la
vita: aggredito una prima volta nel gennaio 1922, nell’agosto dello stesso anno la sua casa venne devastata da una banda di fascisti; il 4 agosto 1922 in piazza Vittorio Emanuele comparve un manifesto che lo condannava a morte: la scelta di trasferirsi con la famiglia fu obbligata. Si spostò quindi a Milano e pochi mesi dopo il regime decretò il suo licenziamento, ufficialmente per scarso rendimento, in realtà per ragioni politiche. Ciò nonostante Castrucci continuò a dirigere il giornale fino al 1926, quando il fascismo dopo aver imposto lo scioglimento del Sindacato Ferrovieri ordinò anche la chiusura della rivista “In marcia!”, su cui Castrucci aveva continuato a scrivere articoli di critica e denuncia.
Negli anni successivi Castrucci continuò a essere bersaglio del fascismo, «diffidato, detenuto a S. Vittore per 6 mesi nel 1930, denunciato al Tribunale speciale, condannato a tre anni di confino commutati in due anni di ammonizione per le condizioni di salute della moglie, fermato in varie occasioni, l’ultima delle quali nel 1944» (così Maurizio Antonioli nel Dizionario biografico degli anarchici italiani, BFS, Pisa 2003). Il suo più stretto collaboratore, il fuochista Angelo Sbrana, divenuto anche suo genero, fu la prima vittima civile pisana in un campo di concentramento, nel 1941.
La figura di Castrucci sarà al centro di un convegno che si terrà il 27 febbraio, alle ore 15.30, presso l’Aula Magna di Scienze Politiche, con storici, sindacalisti e familiari.
Ci auguriamo che il Consiglio comunale possa discutere al più presto la mozione, per poter restituire alla città un luogo intitolato a un suo concittadino che della dignità del lavoro e di un’idea di sindacato generosa e nobile fece i valori per cui lottò sempre, ottenendo grandi conquiste per i lavoratori e stima e ammirazione da parte di amici e avversari, nel corso una vita di lavoro e impegno politico, un’esistenza segnata dalle lotte sindacali e dalle persecuzioni subite dal fascismo.