D’Ettore (centrodestra) ad Arezzo: "Giustizia per gli azzerati"
«Insieme ai nostri alleati, come sempre saldamente dalla parte dei risparmiatori azzerati di Banca Etruria e degli altri istituti interessati dal cosiddetto decreto salvabanche. Nella prossima legislatura renderemo giustizia a chi ha perso i propri denari: lo abbiamo scritto nel programma»: così Felice Maurizio D’Ettore – candidato all’uninominale della Camera dei Deputati per il collegio 7, quello di Arezzo, in rappresentanza della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia – intervenuto questa mattina alla manifestazione che ha visto protagonista il leader della Lega Matteo Salvini davanti alla sede che fu di Banca Etruria.
Sul cosiddetto salvabanche, D’Ettore e tutto il centrodestra hanno sempre avuto le idee chiare, tanto da battersi a ogni livello, sia locale che nazionale, anche proponendo nostri emendamenti studiati in base all’esperienza aretina. E ora D’Ettore è pronto a portare a Roma sia il vessillo dei risparmiatori azzerati, sia l’esigenza di una profonda revisione del sistema bancario: «Sarà importante – afferma – riconsiderare la riforma delle banche popolari e ristabilire la funzione fondamentale dell'ordinamento bancario come volano per lo sviluppo economico, garantendo altresì la piena attuazione dell’articolo 47 della nostra Costituzione che tutela il risparmio popolare. Quello che vogliamo mettere a punto è un sistema bancario che dia slancio all’economia italiana rafforzandosi sulla scena europea tutelando al contempo gli investitori e i risparmiatori».
Va da sé: «Io non avrei mai contribuito ad approvare un’angheria politica come il decreto salva banche, del tutto irragionevole nelle sue conseguenze tecniche e sociali. E pensare che invece subito dopo il suo varo Marco Donati dal Pd ebbe a definirlo in un comunicato stampa come “segnale positivo per il territorio, i dipendenti, i correntisti e la clientela”. Il punto – conclude D’Ettore – è che in questo territorio più che mai con questa vicenda il Pd ha ulteriormente dimostrato di scegliere i poteri forti della finanza, rispetto agli interessi del territorio, delle imprese e delle famiglie che fondano la loro quotidianità sul lavoro, sull’investimento non meramente speculativo e sul risparmio. Con orgoglio agli elettori posso dire che il centrodestra è differente».