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Caritas Firenze: sabato inaugurazione dell’impianto sportivo 'Cascine del Riccio'

“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone. Parla ai giovani un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza dove prima c’era solo disperazione. E’ più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali”. A pronunciare queste parole era Nelson Mandela nel lontano 1993.

L’idea di gestire direttamente un impianto sportivo come Caritas nasce nel 2015 dal presupposto che il linguaggio sportivo è universale, supera i confini, le lingue, le religioni e le ideologie, possiede la capacità di unire le persone favorendo il dialogo e l’accoglienza. Il senso profondo di questa idea è quello di avere un luogo che gli ospiti delle nostre case possano vivere in un contesto di assoluta “normalità” e possano sentire come casa propria.

Casa che non deve essere mai chiusa, esclusiva, ma necessariamente legata ad un territorio, aperta in un’ottica di integrazione con chiunque voglia vivere con noi un momento di condivisione. Possiamo dire che in questo caso sono gli ospiti delle nostre case che “ospitano” il territorio. L’impianto sportivo non è quindi soltanto vissuto dai “nostri” ragazzi ma è un luogo nel quale persone diverse trovano un punto d’incontro. Pensiamo al centro sportivo come ad una “zona libera dal razzismo” per parafrasare la scritta che troneggia all’ingresso dello stadio del St. Pauli di Amburgo. Lo stile di accoglienza della Caritas è assolutamente convinto che l’integrazione vera debba partire dalla costruzione di relazioni autentiche che si costruiscono facendo attività insieme, alla pari, in un ambiente bello dove si possa stare veramente bene. Crediamo sia la strada giusta per stare tutti insieme. I ragazzi sono contentissimi. La forza di questa accoglienza, che poi è ciò che distingue lo spirito Caritas, è che in campo l’operatore, l’educatore, il direttore della casa, il ragazzo, sono tutti uguali. Non esistono gerarchie ma esistono solo relazioni orizzontali che poi rappresentano il futuro dei ragazzi ma anche un po’ il nostro.

Attualmente l’impianto è costituito da un campo di calcio a 11, un campo di calcio a 7 ed un campo di calcio a 5, questi due in erba sintetica di ultima generazione. La ristrutturazione dello spazio è stata possibile grazie ad una sinergia tra la nostra Associazione, la Regione Toscana ed il Comune di Firenze. La Regione Toscana, attraverso il Comune di Firenze, ha erogato un contributo fondamentale per la ristrutturazione.

L’attività che svolgiamo in questo momento coinvolge circa 100 ragazzi che praticano lo sport a diversi livelli, da chi svolge attività federale a chi amatoriale a chi semplicemente ludica.

Nel 2016 per poter praticare attività federale è nata la società sportiva dilettantistica San Paolino Caritas iscritta al campionato di III categoria e a vari tornei amatoriali. La logica con cui l’attività sportiva viene proposta è sempre quella della condivisione con altre persone: operatori, ragazzi del servizio civile, volontari ed amici, in modo che i ragazzi possano vivere più “mondi” il più vicino possibile alla “normalità”; non è nostra intenzione fare una squadra “solo” di rifugiati, sarebbe come ricreare un ghetto, bello piacevole ma pur sempre un ghetto.  Nel 2017 la comunità Mormone ha donato il materiale sportivo da gara e da allenamento per tutti i ragazzi, un contributo importantissimo per far sentire importanti i nostri atleti. Nel 2017 è partito anche il progetto PIER, un progetto internazionale finanziato da Coca Cola Fondation con lo scopo di rafforzare le attività di accoglienza ed integrazione, oltre che incrementare il benessere psico-sociale e la qualità di vita dei rifugiati. I fondi arrivati da questo progetto ci hanno dato la possibilità di trasformare il centro sportivo in un laboratorio formativo e di lavoro per alcuni rifugiati, tramite attività di piccola manutenzione, giardinaggio e custodia.

Fonte: Ufficio Stampa

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