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A 66 anni è morto il professor Vitantonio Di Bello, noto cardiologo di Pisa

Vitantonio Di Bello

Oggi ci ha lasciati, dopo pochi mesi di malattia, il professor Vitantonio Di Bello. Aveva 66 anni ed era professore associato di Cardiologia all’Università di Pisa, al Dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica. In Aoup dirigeva invece la Sezione dipartimentale di Cardio-angiologia, succedendo al professor Alberto Balbarini.

Pur consapevole della gravità della sua patologia, si è dedicato al suo lavoro fino a pochi giorni fa, impegnando tutte le sue residue energie nell’organizzazione di un convegno internazionale sull’”Imaging cardiovascolare”, tema a lui molto caro, che si è tenuto la scorsa settimana, purtroppo senza la sua partecipazione.

Grande studioso, specializzato oltreché in Cardiologia, anche in Medicina dello sport e Medicina nucleare, in questi anni aveva concentrato i suoi interessi scientifici e il filone delle sue ricerche, come detto, nel campo dell’imaging cardiaca e delle innovazioni sempre più avanzate in questo specifico settore. Dalla scorsa estate ricopriva anche l’incarico di direttore del Cirhta-Centro interdipartimentale per la ricerca in health technology assessment, una delle prime strutture in Italia ad occuparsi di valutazione delle tecnologie medicali in sanità.

Il professor Di Bello era anche membro di numerose società scientifiche: la Società italiana di Cardiologia, la Società italiana di Cardiologia dello sport, il Gruppo italiano di Cardiologia nucleare, la Società italiana di Ecografia cardiovascolare (per la quale ha ricoperto anche la carica di presidente), l’American Institute of Ultrasound in Medicine, l’American Society of Nuclear Cardiology, l’American Society of Echocardiography.

La sua prematura scomparsa rappresenta, per tutti i suoi allievi, la perdita di un importante punto di riferimento professionale ed umano. La porta del professor Di Bello infatti è sempre stata aperta per tutti i suoi collaboratori, che ha sempre sostenuto ed incoraggiato anche negli ultimi giorni di vita. La sua passione per il ragionamento clinico e la ricerca è testimoniata dall’affetto dei suoi pazienti e di tutti i suoi allievi, che hanno ammirato la tenacia, la serenità, il coraggio e la dignità con cui ha affrontato la malattia: il loro impegno è quello di portare avanti l’attività assistenziale e di ricerca, come lui ha insegnato.

Tutto il personale del Dipartimento Cardio toraco vascolare dell’Aoup e la Direzione aziendale si stringono intorno alla famiglia e ai colleghi della sua struttura, per esprimere le più sentite condoglianze.

Fonte: Aoup

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