Giornata della Memoria, Masetti: "Indispensabile continuare il lavoro di ricerca"
"Il 27 gennaio, ricordiamo la liberazione di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche.
Ma quest'anno ricorrono anche gli 80 anni dall'approvazione delle leggi razziali.
Questo anniversario ci permette di riflettere in maniera più approfondita su un aspetto che, per molto tempo, è passato in secondo piano nelle ricostruzioni del fascismo italiano.
La data del 27 gennaio, infatti, seppure meritoria, rischia di addebitare le politiche razziali e di sterminio esclusivamente in capo al nazionalsocialismo, lasciando fuori il nostro paese, che della Germania hitleriana fu ben più che di un semplice alleato.
Il fascismo italiano fu invece il precursore dei regimi europei della prima metà del XX secolo e un modello per lo stesso Hitler.
Le leggi razziali approvate nel 1938 furono anche più stringenti e vessatorie di quelle tedesche e la loro applicazione fu tutt'altro che blanda, trovando nelle autorità a tutti i livelli, un’accondiscendenza ed efficienza assai lontane dal mito del “fascismo cialtrone”.
Purtroppo trovarono anche tanta indifferenza in molti italiani.
Quelle leggi non solo espulsero dal consesso civile una parte della popolazione, ma crearono le condizioni per la successiva deportazione e sterminio.
I nostri territori, inoltre, videro la tragedia della deportazione di centinaia di cittadini, a dimostrazione che la platea dei destinatari dello sterminio era assai ampia e si sarebbe allargata a dismisura ove il nazismo avesse trionfato.
È quindi indispensabile proseguire il lavoro di ricerca, di studio (soprattutto con e nelle scuole) e della raccolta delle testimonianze di chi ancora è fra noi.
Perché una volta scomparso l'ultimo testimone la memoria non sarà più sufficiente, se non accompagnata da un adeguato approfondimento.
Facciamo nostre, quindi, le parole del Presidente della Repubblica ribadendo che e leggi razziali sono una macchia indelebile nella nostra storia e che non è esistito nessun fascismo buono.
Nel percorso di approfondimento e di conoscenza del periodo della Seconda Guerra Mondiale, un momento fondamentale è il pellegrinaggio ai campi di sterminio promosso dall’Unione dei comuni, assieme alle amministrazioni e con le associazioni ANED e ANPI.
L’esperienza diretta di quei luoghi, il racconto di quegli eventi da parte degli ultimi testimoni, sicuramente lascia una traccia vivida di quanto è accaduto, nei ragazzi, che tornati casa divengono a loro volta testimoni.
Solo una settimana fa il sindaco di Empoli è stata oggetto di minacce; ciò dimostra come oggi più che mai abbiamo bisogno di appropriarci di questi temi, di non abbassare la guardia, di non dare per scontato che non possa ripetersi quanto accaduto in passato.
In tutto questo ci sono anche aspetti positivi, la solidarietà e la partecipazione autentica di tante persone alla manifestazione tenutasi il giorno successivo all’invio della lettera."
Paolo Masetti, sindaco di Montelupo e delegato alla Memoria per l’Unione