Baglioni a Sanremo posticipa lo spettacolo al Niccolini: cambio con Gianluigi Tosto
Inversione di data per due titoli in abbonamento della stagione teatrale del Niccolini di San Casciano, promossa dal Comune e Fondazione Toscana Spettacolo. "I Racconti del Bar Sport” con Lorenzo Baglioni, impegnato nella partecipazione alla kermesse nazionale, il Festival di Sanremo, è stato rinviato all’8 aprile mentre "Lettera al padre” con Gianluigi Tosto è stato anticipato al 2 febbraio 2018. Per informazioni, annullamenti e rimborsi che è possibile effettuare si prega di contattare tel. 055 8256388 - segreteria@teatroniccolini.it.
Al grande attore Gianluigi Tosto è affidata l’interpretazione “Lettera al padre” di Franz Kafka per la riduzione e l’adattamento teatrale a cura di Franco Di Francescantonio e Massimo Masini per la regia di Massimo Masini. “Mio caro papà…”. Un inizio formale, affettuoso, per una lettera al proprio padre. Ma sono le uniche parole retoriche che Franz Kafka usa per la sua Lettera al Padre, scritta nel 1919 quale lucidissimo atto d’accusa contro un padre - padrone che ha ridotto la sua esistenza a un prostrante stato di angoscia, a una gabbia invisibile dalla quale Kafka non sarebbe mai riuscito a fuggire, se non opponendo, attraverso la scrittura, il diritto di smascherare la crudeltà paterna.
”Lettera al padre”, mai spedita e pubblicata postuma solo nel 1952, è una drammatica denuncia delle sofferenze psichiche, ma anche fisiche, subite dallo scrittore durante la convivenza con il padre. È la traccia fondamentale di una autobiografa allucinante, un disperato tentativo di “spiegare”, prima di tutto a sé stesso, gli oscuri motivi del proprio fallimento come essere umano, il groviglio di sensazioni e di accadimenti che, durante gli anni di convivenza frustrante con il padre, sconvolgono per sempre la mente di Kafka. È proprio questo l'aspetto, del resto dominante, che è stato privilegiato nella riduzione teatrale; il “focus” sta tutto nel rapporto padre - foglio. L’autore rivive le emozioni, i sentimenti, nella “stanza” del suo io più profondo, che si scompone e si moltiplica in una moltitudine di luoghi immaginari, nel tentativo di trovarne uno favorevole ad un lavoro di introspezione e finalmente adatto a… “dire”.
La chiave interpretativa si muove su due binari che si sovrappongono nella ricerca dell’unità del “segno”: la parte letteraria, alla quale viene riconosciuta la funzione critica, ormai storicizzata, enunciata da un’estrema chiarezza nella recitazione e da un rigoroso uso delle parole, e l’azione corporea che, a tratti, si dilata e si espande, in una scomposta e ripetitiva gestualità, significante dell’impossibilità di contenere quel caleidoscopio di immagini, di emozioni, che configurano la tortuosità interiore dell’autore, il suo tormento.
Info: ufficio del Teatro Niccolini 055 8256388.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino