Minacce, Altrapolitica: "Una commissione che possa far luce sulla vicenda"
In un tempo in cui si parla a gran voce di abbattimento dei confini e di apertura culturale ed umana nei confronti dell'Altro, in un periodo storico in cui si accendono le candele e ci si espone pubblicamente per contrastare atti violenti che accadono in ogni angolo del pianeta, notare che le forze politiche di maggioranza si chiudono a riccio fra le pagine di storia vecchie diverse generazioni e lontani anni luce rispetto alla realtà attuale, dietro ad ideologie anacronistiche che finiscono per ridurre l'Italia ad uno stato a parte rispetto al resto del mondo (in palese contraddizione con quanto detto in precedenza) non si può rimanere altro che stupiti. In un contesto in cui sarebbe necessario concentrarsi su problemi evidenti, dal punto di vista sociale ed economico, in questi giorni di campagna elettorale (per la quale Altrapolitica non ha nessun bisogno di esporsi) caratterizzata da contenuti di livello assai elevato, la maggioranza torna a parlare di (anti)fascismo, giustamente, ma solo ed esclusivamente di esso, erroneamente.
"Come già detto - esordisce Eliseo Palazzo - è ben noto quanto in tutto il mondo vi siano stati, e vi siano ancora, regimi antidemocratici ed in contrasto con le più svariate forme di libertà. Non capisco e non condivido l'idea della maggioranza di far sottoscrivere, a chiunque voglia organizzare eventi, una dichiarazione antifascista. Vorrei capire: non si ha fiducia nei cittadini? Eppure i principali esponenti dell'Amministrazione sono ad elogiarli quotidianamente.
Vorrei inoltre capire un'altra cosa: se gli statuti associativi, ispirati ai valori costituzionali ed alle leggi e norme vigenti, non saranno più sufficienti come "prova" di adesione ad una cultura "antifascista", allora anche lo stesso Ente comunale, ogni qualvolta vorrà organizzare eventi, dovrà dichiarare di essere antifascista, nonostante vi sia uno Statuto a specificare che l'ente aderisce ai valori della Repubblica?
Più volentieri - prosegue il Capogruppo di Altrapolitica - , come dichiarato in commissione, preferirei investire più tempo, denaro e risorse in una comunicazione efficace, puntuale e corposa su tutta la storia delle democrazie nel mondo e su quali violenze si siano presentate e vorremmo evitare che si presentino in futuro. "
Nel 2018 non è (ahinoi) impossibile ispirarsi a qualsivoglia ideologia violenta - che non sia il fascismo - tentando di "importarla" in Italia. C'è chi (prendendo come esempio una fra le principali ed attuali minacce sociali) si arruola a distanza con lo Stato Islamico, che di fatto non chiamiamo "fascismo", ma condanniamo in egual modo; abbiamo comunque gli strumenti adatti per tutelarci, ma non sembra essere così sentita la necessità di dichiarare pubblicamente la "non adesione" ad un movimento simile.
Così come possono essere "paragonate" le vittime di qualsiasi rivoluzione, repressione, guerra, di ieri, di oggi, di domani. Per quanto possano esserci differenze fra ideologie, niente giustificherà mai la violenza e la morte.
Non condividiamo quindi l'iniziativa della maggioranza. Semplicemente perché riduttiva, dal punto di vista contenutistico ed organizzativo, oltre che fallace.
Nel 2018 la democrazia la si ama al di là dei colori e delle bandiere. La democrazia non la si fa "propria", ma è di tutti. Proprio per questo va difesa contro ogni sopruso, in ogni tempo e luogo.
Che sia stata violentata dalle degenerazioni del fascismo, del comunismo, di qualsiasi forma di estremismo politico è chiaro a tutti ed è contro ogni tipo di stupro che Altrapolitica si schiera e si augura possano schierarsi anche le altre forze politiche.
Non ci permetteremmo mai di pensare, anche solo lontanamente, che la nostra Amministrazione assecondi "una strisciante e vile ideologia fascista", come riportato nel comunicato del Partito Democratico locale, rivolgendosi alle minoranze.
"Eppure - continua Palazzo - abbiamo avuto vari momenti di confronto duro, a partire dalla circolare del luglio 2014 con la quale viene limitato il mandato di noi Consiglieri comunali di opposizione, mi è stato negato più volte l'accesso agli atti amministrativi e mi son sentito ripetere che i Comitati di quartiere sarebbero una "cazzata"; così come sono stati negati due Consigli comunali "aperti", volti a discutere civilmente, con la cittadinanza, su temi di attualità e molto sentiti. Il tutto, però, è stato da noi interpretato come semplice scelta politica, senza sfociare in accuse pesanti come quelle che oggi ci vediamo addossate."
Un pensiero va al Sindaco di Empoli, Brenda Barnini, vittima di un gesto assolutamente da condannare e per cui ci auguriamo che venga fatta chiarezza quanto prima. A tal proposito Altrapolitica chiede che venga istituita una Commissione, a livello di Empolese-Valdelsa, che possa aiutare a far luce sulla vicenda ed evitare che accadano nuovamente fatti del genere.
"Per quanto esposto - conclude Palazzo - considerata la necessità di rendere nota, alle generazioni attuali e future, la totalità della storia delle democrazie e delle vicissitudini sociali, anche fuori dai confini nazionali (proprio in risposta ad una sempre più ampia domanda di apertura culturale ed umana), chiediamo che l'impegno della nostra Amministrazione non si limiti a contrastare una ed una soltanto forma di violenza nei confronti della democrazia e delle libertà, ma che la tuteli, proprio in virtù dei valori della Costituzione, da ogni punto di vista. Amiamo questa democrazia e difendiamola. In memoria di tutti e per il bene dei nostri eredi. Oltre le bandiere."
Fonte: Ufficio stampa Altrapolitica