Niccoli fuoriesce da Possibile e supporta Potere al Popolo
"Comunico la mia decisione di lasciare il partito politico Possibile. Purtroppo il mio cammino all'interno di partiti che sembravamo volti al rispetto di valori che porto dentro (una nuova democraticità dal basso, rivolta alla realizzazione dei diritti di tutti i cittadini, alla tutela del principio di equità sociale e politica, alla tutela dell'ambiente) non è stato appagato dalle premesse.
Ho trovato apparenti nuovi Partiti, che tuttavia non aiutano l'azione del singolo militante per tutelare esigenze generali, imponendo scelte solo dall'alto. L'operazione condotta dalla dirigenza di Possibile in questi ultimi 6 mesi, ha tradito le premesse della sua discesa in campo e le aspettative di molti militanti, oggi, appunto, fuoriusciti, come successo in altri partiti minori, che sono confluiti nel cartello elettorale “Liberi e Uguali”.
Operazione di ceto, effettuata col solito percorso di strategie e nomi, senza platea alcuna, senza programma proposto dal basso, senza certezze di coerenza per il dopo voto, in un balletto dell'estate 2017 di vecchi leader politici, che ha portato ad affondare una nascente, larga e democratica, operazione di cittadinanza attiva proposta nei mesi precedenti, e non riconosciuta da tale ceto politico, in quanto ci dicono, priva di legittimazione popolare.
Mentre una moltitudine di assemblee di cittadinanza attiva si riuniva per cercare di creare un'alternativa dal basso, i capi politici fuoriusciti PD, davano via dall'alto, affossando tutto il resto, all'ennesima lista elettorale denominata “Liberi e Uguali”, il cui referente veniva indicato da Nichi Vendola (presunto, ritirato a vita privata in famiglia e indaffarato a uscire dai processi penali Ilva), nell'uomo immagine istituzionale, Pietro Grasso, appena separatosi dal PD, non prima di aver permesso il varo della scandalosa legge elettorale, per l'appunto detta: salva MDP (per l'esonero dalla raccolta firme ai fini della presentazione alle elezioni); un capolavoro, che vede con evidenza la presenza di Liberi e Uguali come una lotta di potere tra diverse cordate di vecchi ceti politici, che al di là dei proclami, si inclina tranquillamente ad allearsi col Pd nella regione dove si vince e a non allearsi col PD nella regione dove si perde .
Tale percorso imposto ad una base contrariata e delusa, ha lasciato prive di legittimazione e di voce le molte istanze cittadine, e le militanze di base, che non hanno assolutamente e “giustamente” accettato tale operazione di ceto autoreferenziale, addirittura autonominatosi referente della cittadinanza attiva.
Operazione mediatica imposta dall'alto che i miei principi per i quali mi ero affiancato a Possibile, oggi assemblato appunto con MDP e Sinistra Italiana, in Liberi e Uguali, composto dagli stessi politici, che tutti sappiamo, essere responsabili delle scelte e dei disastri della politica italiana, dal fallimento della legge sul conflitto di interessi, alla guerra in Kossovo, all'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (dura conquista di civiltà), fino alle regalie alle banche e alle società di slot-machine, per arrivare agli scempi sull'ultima perla italiana, un territorio fragile, subordinato solo alla logica di grandi opere milonarie, dalle trivelle (dell'andate al mare di Renzi, al Referendum no trivelle), dalla Tav, ad una Sanità fatta di Project fallimentari, lontano dai territori di provincia, fatta di liste di attesa inaccettabili per quelle fasce popolari che non possono permettersi una sanità a pagamento.
Stante l'esperienza avuta in questa mia breve esperienza partitica, che ho constatato essere sempre fatta di gerarchie tracotanti, tesa sempre a demolire le varie nascenti forze di cittadinanza attiva, dalle quali sono partito, e alle quali orgogliosamente ritorno, rilevata la potenzialità dell'impegno come singolo cittadino, che insieme ad altre persone attente e volenterose, insieme ai movimenti, e alle Ass.ni, hanno invece potuto ottenere, con petizioni, azioni sul territorio e manifestazioni, dei buoni risultati, come il blocco di cementificazioni assurde, il blocco di mega Centri Commerciali di impatto disastroso a livello paesaggistico e ambientale, oltre che disastroso per le deboli attività commerciali rimaste, disastroso per i Centri storici ridotti a desolazione; visto ciò, non posso che ritornare a condurre la mia azione da cittadino nel rispetto di valori che i partiti gerarchici tradizionali con le loro clientele non mi faranno mai abbandonare, verso un proficuo confronto in assemblee, dentro al popolo.
Non posso che appoggiare quindi Potere al Popolo: un gruppo di giovani precari, precari laureati, volontari del centro sociale di Napoli Ex OPG Occupato - Je so' pazzo, che, da qualche anno, hanno occupato un vecchio ospedale in disuso, trasformandolo in un centro per attività ricreative per ragazzi, assistenza medica e legale, grazie a volontari, per chi non ha da pagare, e altre decine di attività. Devo constatare che solo questa è la politica buona, fatta di impegno e fatica, non solo di parole poi deluse da Ragion di Stato (o meglio: di potentati economici).
Di fronte all'ennesimo arcobaleno di ceto politico, questi ragazzi, studenti, precari, associazioni, hanno capito che non sono mai rappresenti, nonostante gli slogan di ceto, e allora hanno deciso di candidarsi alle politiche, per dimostrare che la politica è impegno vero, è assistenza nel quartiere, è olio di gomito; erano presenti sul territorio ieri, lo sono oggi, e lo saranno dopo le elezioni (al di là del risultato) a dare assistenza, attività e corsi per ragazzi, luoghi di aggregazione a cittadini dimenticati dai partiti.
Azioni politiche di sostanza, effettive, che si fanno sentire: poche parole di verità per chi in questo paese ormai ha perso tutti i diritti, contro parole bugiarde, al vento spese dal ceto politico tradizionale, solo per tutelare se stesso e pochi amici e potentatri economici, estranei al bene comune e al popolo. Non posso quindi che appoggiare da cittadino e da Consigliere comunale, l'espressione più diretta di questo tipo di azioni sul terriotrio, disinteressati alle poltrone, ma attivi nell'associazionismo e nell'assistenza alle fasce popolari, all'ambiente, al bene comune.
Questa è l'unica sfida e follia che un qualunque cittadino può fare, se crede ancora in un paese, degno di chiamarsi democratico, e come parte del popolo, ripristinare l'effettività della norma al vertice gerarchico delle leggi, del nostro ordinamento giuridico, l'art. 1 della Costituzione, che dice che l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, e che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Il primo articolo, da non dimenticare, e da insegnare nelle scuole insieme a tutta la nostra Carta costituzionmale, salvata per l'ennesima volta dal popolo col referendum del 4 dicembre 2016 da un attacco di potentati economici e dal ridetto ceto politico suo suddito; bassa sudditanza partitica, da non confondere con la sovranità popolare che non si piega, pur boicottata da leggi elettorali truffa. Non dalla nostra Costituzione, il cui primo articolo, fissa in modo solenne il risultato del referendum del 2 giugno 1946".
Alessandro Niccoli, consigliere comunale San Miniato