Caso Magherini, le motivazioni della condanna dei carabinieri: "La loro azione contribuì alla morte"
Le modalità con cui i carabinieri sono intervenuti su Riccardo Magherini hanno contribuito alla morte. È quanto si legge nelle motivazioni della terza sezione della corte di appello di Firenze nella sentenza di condanna del 19 ottobre 2017 per tre carabinieri imputati di omicidio colposo. L'uomo, in oreda a crisi cardiaca e respiratoria, oltre allo "stress catecolaminergico dovuto all'intossicazione acuta da cocaina" sarebbe stato sottoposto anche a stress catecolaminergico determinato dall'immobilizzazione da parte dei carabinieri e dai tentativi di Magherini di liberarsi e dalla posizione prona nella quale fu tenuto" che peggiorò la sua funzionalità respiratoria.
Nelle motivazioni della sentenza si legge nero su bianco che "è indubbia l'intossicazione da cocaina", ma che "di per sé sola non l'avrebbe condotto al decesso considerata l'assenza di alterazioni cardiache riconducibili all'assunzione di cocaina", specificando però che la sola posizione prona coatta da sola "non avrebbe condotto al decesso". Insomma secondo i giudici non fu l'azione dei carabinieri a provocare la morte in sé, ma essa contribuì al decesso e in questo "si ravvisa la colpa dei carabinieri". Inoltre secondo il collegio i militari avrebbero "trascurato il placarsi delle grida e l'affievolimento della voce" che avrebbero dovuto allarmare su una crisi respiratoria e soprattutto "non giustificavano il mantenimento nella posizione prona"
La corte ha confermato le condanne per omicidio colposo in primo grado per tre dei carabinieri: 8 mesi a Vincenzo Corni, 7 mesi a Stefano Castellano e Agostino Della Porta, e assoluzione per le volontarie della Croce Rossa Claudia Matta e Jannetta Mitrea. Questo quanto stabilito.