Gender al centro sociale, l'osservatorio polemizza. Sarti (Sì): "Nessuna circolare da rispettare"
L'osservatorio per le politiche della famiglia: "Al Centro Sociale Cascinese si propaganda disinformazione"
"Dai quotidiani on line si apprende che il prossimo 15 gennaio al Centro Sociale Cascinese, i locali di proprietà comunale verranno utilizzati a mero scopo propagandistico al fine di diffondere ideologie fortemente avverse alla tradizionale concezione della famiglia impiegando informazioni erronee, parziali e in totale assenza di pluralismo.
Non è la prima volta infatti che nei locali adiacenti all’ anagrafe del Comune di Cascina, si svolgono attività che poco hanno a che fare con quelle rivolte alla terza età. Adesso pare sia il turno di una serie di incontri che intendono promuovere ideologie volte alla decostruzione della famiglia come pilastro principale della società. Di scena andrà quella che di fatto è un’ apologia del progetto “PO.Ster”, progetto sospeso in via cautelativa dall’ Istituto Borsellino, forse, perché fuori legge come contenuti e come metodologia di applicazione; utilizziamo il forse proprio perché la fase istruttoria è tutt’ ora in corso e perché sulla specificità ci sono pervenute unicamente informazioni incomplete, nonostante si siano più volte chiesti dettagli. Il progetto infatti oltre a non aver palesemente rispettato da parte degli attuatori la circolare ministeriale sul consenso dei genitori, probabilmente non rispetta neanche le Linee Guida Nazionali indirizzate alle Istituzioni scolastiche autonome per l’attuazione del comma 16 dell’art.1 della L.107 del 2015, tale circolare ribadisce (si cita testualmente )“che tra i diritti e i doveri e tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo né le “ideologie gender” né l’insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo.”
Quindi le “ideologie gender” esistono; è il Ministero stesso ad affermarlo, con buona pace di quanti gridano all’ oscurantismo e alla caccia alle streghe.
Ma sono proprio i tifosi di certi ambienti a togliere ogni rimasuglio di dubbio palesandosi in un post su Facebook che esordisce con un bel “Car* tutt* “ ; il classico “uso dell’ Asterisco” che sostituisce le desinenze indice di genere maschile o femminile, dato che a parer loro il genere sessuale è fluido, discrezionale e forse casuale, un marchio di fabbrica che non lascia spazio a dubbi sulla reale natura ed intenzione di questi progetti, nel caso in cui la presenza di Arcigay non fosse sufficiente ad arrivare alle giuste deduzioni in considerazione di tali premesse.
Questo è quello che subdolamente e con metodologie manipolatorie si vuol trasmettere ai bambini utilizzando il pretesto della lotta al bullismo, classico specchietto per le allodole. Questo è quanto vogliamo far capire e conoscere ai genitori che in buona fede affidano la sorte dei propri figli nelle mani di certe associazioni e certi progetti.
L’ Osservatorio per le Politiche della Famiglia invita l’ amministrazione comunale, da sempre sensibile ai temi in questione ed attenta al rispetto delle regole, a vigilare e a porre in essere adeguati accertamenti, non è accettabile che le famiglie cascinesi finanzino indirettamente chi mira a demolirle e non è neanche accettabile che associazioni che formalmente si dovrebbero occupare degli anziani, di fatto li usino come paravento per scopi diversi".
Sarti (Sì): "Non c'è alcuna circolare ministeriale da far rispettare"
“Non c’è nessuna circolare ministeriale che vieti, e nemmeno parli, della fantomatica propaganda gender. E’ invece bene, e questo è davvero nel rispetto delle circolari, che nelle scuole si promuova il rispetto delle differenze, contro ogni discriminazione di genere”.
Lo afferma il consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, Paolo Sarti, commentando le polemiche nate intorno all’Osservatorio per le politiche della famiglia Aps, presieduto da Valerio Lago, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Cascina (Pisa). “Vogliamo rassicurare gli esponenti del centrodestra, a partire dalla sindaca leghista Susanna Ceccardi - continua Sarti - che nelle scuole vi sono progetti che giustamente promuovono e valorizzano il rispetto delle differenze di genere per rimuovere stereotipi emarginanti e prevaricanti”.
“Le scuole vanno lasciate tranquille in questo delicato percorso, e se vi sono dubbi da parte delle famiglie, il compito dei sedicenti esperti è semmai quello di rasserenarne gli animi, facendo cultura e non demagogia. La vera propaganda in atto a Cascina - conclude Sarti - non è tanto quella “no gender”, ma piuttosto la solita propaganda politica di certa destra che punta ad esacerbare i rapporti fra cittadini e istituzioni. Gli studenti del liceo Dini a Pisa hanno chiamato Arcigay a parlare di educazione sessuale? Bene, possiamo solo applaudirli: certi confronti fanno cultura ed aprono la mente”