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Turbativa d'asta e peculato, arrestati un giudice e un ex consigliere regionale

Arrestate due personalità note nel mondo della politica e della giustizia: il giudice Roberto Bufo, 56 anni di Carrara ma in servizio al tribunale di Pisa, già pm a Massa, oltre a Virgilio Luvisotti, pisano di 84 anni, ex direttore dell'istituto di vendite giudiziarie di Pisa ed ex consigliere regionale di An, poi passato al gruppo misto. L'indagine della procura di Genova (un filone è diretto dalla procura di Massa) riguarda una presunta turbata libertà degli incanti.

Arrestati sono finiti anche il commercialista carrarese Roberto Ferrandi (65 anni), incaricato delle vendite giudiziarie al tribunale di Massa, alla figlia Francesca Ferrandi, curatore delle eredità giacenti, e Oberto Cecchetti, giudice di pace in quiescenza, avvocato del foro di Pisa e incaricato come Ferrandi ma per il tribunale pisano.

Luvisotti è ristretto ai domiciliari assieme al suo braccio destro all'Ivg Giovanni Avino (36enne di Pisa), al dipendente della provincia di Pisa e del Ctu del Tribunale di Pisa Luca Paglianti (53 anni di Pontedera). Bufo, i Ferrandi, Paglianti e Cecchetti sono accusati di corruzione si in atti giudiziari che per atti contrari ai doveri di ufficio, oltre a peculato, falsi ideologici in atti pubblici e alla già citata turbata libertà degli incanti.

La ricostruzione nel dettaglio

Le aste pilotate andavano avanti dal 2016. Secondo gli inquirenti genovesi, il magistrato sfruttando il proprio ufficio pubblico e coordinando l'attività di altri professionisti che gestivano i beni avrebbe favorito l'appropriazione di somme di denaro che avrebbero dovuto essere restituite all'erario

Il magistrato e il commercialista carrarese avrebbero promosso condotte finalizzate all'appropriazione illecita di denaro destinato allo Stato e giacente in assi ereditari o amministrazioni di sostegno. Il suddetto denaro però non doveva essere stato riscosso da eredi o enti pubblici. La figlia di Ferrandi è stata inserita nel sodalizio con incarichi di amministrazioni di sostegno e curatele, in violazione delle regole procedurali.

Paglianti invece, stando all'accusa, effettuava compiacenti valutazioni degli immobili delle eredità mentre Cecchetti si fingeva creditore fittizio dei compendi ereditari. Per Luvisotti e Avino invece l'accusa è di aver ceduto fittiziamente una Mercedes dal valore di 12mila euro a Bufo affinché questi desse loro incarichi di custodia e di vendita di un maxi yacht con base d'asta a quasi quattro milioni di euro. Inoltre avrebbero ceduto circa 300mila euro di provvigioni all'istituto di vendite giudiziarie.

I carabinieri di Massa hanno anche perquisito le abitazioni e gli uffici degli indagati sequestrando ingente documentazione probatoria e acquisito tutti gli hardware e software in uso agli arrestati. Posta sotto sequestro anche la Mercedes di Bufo.

 

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