
Sono vicine alla chiusura due aziende nate dalla scorporazione della ex Gemini e che lavorano per il marchio Gianna Meliani. GM Operation e Pigu, che si occupano della catena di montaggio e delle rifinizioni, sono nell'occhio del ciclone negli ultimi giorni. Una dozzina di lavoratori è stata raggiunta dalla lettera di licenziamento al primo giorno di sciopero. Siamo in ambito calzaturiero e nella Zona del Cuoio, la sede delle due società è a Santa Maria a Monte, per la precisione a Ponticelli in zona industriale. La Cgil ha deciso di intervenire, ma andiamo per gradi.
L'ex Gemini di Bruno Meliani paga regolarmente i dipendenti fino al 2011, quando si va al concordato e iniziano i problemi. in quel periodo cambia il titolare e nel 2013 i guai si infittiscono: i lavoratori non hanno più visite mediche, premio moda e contributi sindacali. Nel 2o15 ecco la nascita delle quattro aziende, nel 2017 la titolare diventa Luisa Desideri, moglie di Bruno Meliani. Da agosto 2017 invece i lavoratori di Gm e Pigu non ricevono gli stipendi. Non una novità, perché da quasi due anni gli operai del settore produzione venivano pagati in ritardo.
La scorsa settimana i problemi sono acuiti fino ad arrivare al punto di rottura. Venerdì 17 novembre, di concordo con Cgil, i lavoratori hanno iniziato uno sciopero, andato avanti giorno per giorno fino a oggi, martedì 21. Nella mattinata odierna, l'amara sorpresa: la lettera di licenziamento. "Risoluzione rapporto di lavoro per cessazione dell'attività aziendale con i dipendenti" si legge nella missiva, datata 17 novembre e quindi primo giorno dello sciopero. Si tratta di comportamento antisindacale? "Stiamo valutando, i legali studieranno il da farsi" fa sapere Fabio Carmignani dalla Cgil.
Eppure c'è stato un barlume di speranza. Le voci della scorsa settimana si sono susseguite senza soluzione di continuità. Dapprima la proprietà aveva fatto trapelare un licenziamento di massa, con la permanenza di 3-4 persone per il commerciale. Voce poi smentita da quando detto ai lavoratori: un'altra persona si sarebbe occupata di prendere in mano la produzione e quindi la succitata dozzina di operai. Le modalità di riassunzione, però, non hanno visto d'accordo i lavoratori, dicono dal sindacato: "La nuova proprietà avrebbe voluto le dimissioni dei dipendenti dei settori manovia e rifinizioni, non una vera e propria riassunzione".
Da qui è nata la decisione dello sciopero, a cui poi è seguita la lettera di licenziamento e, infine, il possibile comportamento antisindacale. "C'è sconcerto e c'è vergogna da parte nostra, qui si tengono a casa dodici lavoratori. Si tratta di un grosso sfregio ai dipendenti, che adesso hanno pure la beffa del preavviso di quindici giorni" rivela Carmignani. La produzione per queste due società nate dalla ex Gemini è ferma e, nonostante il marchio Gianna Meliani abbia riscosso successo al Micam, una dozzina di famiglie rischia di non passare un Natale come si deve.
Gianmarco Lotti
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