Via il sabato dalla settimana scolastica, 'spaccatura' tra i genitori delle Busoni-Vanghetti. Le motivazioni

La proposta di ridurre l'attività scolastica delle medie Busoni-Vanghetti a soli cinque giorni permettendo agli studenti di restare a casa il sabato, avrebbe ormai polarizzato due fronti contrapposti di genitori, tra chi è favorevole e chi è contrario.

D'altronde il sondaggio, pubblicato sul sito dell'Istituto, è stato presentato come "di fondamentale importanza per la scelta della futura organizzazione oraria" e non poteva che provocare qualche discussione, soprattutto se si considera che la formula usata "ORARIO SCOLASTICO SU 5 GIORNI: FAVOREVOLE O CONTRARIO" in realtà dice ben poco sulle modalità del piano, lasciando spazio a interpretazioni e dubbi.

Prima di entrare nel merito delle motivazioni, ci soffermiamo sul metodo con cui è stata portata avanti la discussione. Secondo gli esponenti del 'No', infatti, ci sarebbe un 'difetto di forma' nel modo stesso in cui è stato proposto il quesito che sarebbe "privo di premeditazione" e "malposto": "Tutti siamo d'accordo ad avere il sabato libero - dicono - , ma si doveva chiarire preventivamente una serie di aspetti specifici sulla nuova organizzazione, ad esempio le coincidenze orarie con i bus scolastici o la distribuzione delle ore del sabato; invece si è posto un quesito privo di significato. Chiediamo una riflessione attenta e matura condotta con personale medico e/o specialisti"

I genitori del NO, quindi, lamentano la mancata possibilità di discutere la proposta: "riteniamo decisamente sconcertante l’atteggiamento di chi non ha consentito una discussione democratica provocando  vera e propria spaccatura all’interno della comunità scolastica". Sembrerebbe che la dirigente abbia rifiutato una convocazione chiesta dai genitori del NO (fatta formalmente l'8/02/2017, ndr) motivando la scelta con il fatto che i genitori "erano già schierati", quindi faziosi, aggiungendo che fino alla chiusura del sondaggio non aveva senso alimentare un dibattito tra parti.

Appare certo strano, alla luce del clamore suscitato, che la discussione sulla faccenda non abbia trovato ancora una sede istituzionale per essere sviscerata, ma è altrettanto vero che è nelle competenze della dirigente fare questo tipo di scelta senza interpellare nessuno o tantomeno fare un sondaggio (che in tal senso possiamo definire come una 'concessione' fatta all'utenza del servizio).

Ma posta questa critica sulle modalità del quesito, la proposta dei genitori del 'NO' è quella di rimandare la decisione: "Si può arrivare all'adozione di uno od altro orario - spiegano - attraverso il regolare svolgimento di una discussione serena e pacata, ma non decidendo sull'onda emotiva di un sondaggio che non presenta alternative rispetto a quella prospettata".

I genitori del 'SI', invece, ritengono il sondaggio "una modalità positiva, utile e corretta per la raccolta delle opinioni" e lamentano "una presa di posizione" da parte dello schieramento opposto. Il SI ribadisce anche la disponibilità da parte della dirigente, una volta concluso il sondaggio, ad affrontare con serietà tutte le tematiche aperte nel dettaglio che, comunque, sarebbero tutte risolvibili. A confermare il fatto che la proposta di riforma dell'orario non creerebbe problemi, l'esempio di "altri comuni limitrofi (Sovigliana e Montelupo, ndr) le cui attività scolastiche si organizzano già su 5 giorni o il modello europeo che si basa su 5 giorni di scuola".

Su questo punto specifico i genitori del No sostengono sia inopportuno mettere a confronto realtà tanto diverse e che comunque la pluralità dell'offerta formativa deve essere garantita alle famiglie.

Ma un punto molto discusso riguarda il 'destinatario' del sondaggio: di fatto chiunque può votare sul sito con la sola 'clausola' di specificare se si è o no genitori di uno degli studenti. Questo provocherà sicuramente una certa confusione, in quanto sarà importante capire chi ha votato e quanto il voto di 'Mario Rossi' conta rispetto alla categoria 'genitore'. E che questo sia un problema lo dimostra il fatto che la dirigente scolastica Grazia Mazzoni abbia dovuto precisare in una nota che i "destinatari del servizio sono i babbi e le mamme",dopo aver definito il sondaggio "un referendum" per la mole di voti arrivati.

Chi sia l'utilizzatore del sondaggio, in effetti, non è chiarissimo. Per alcuni sarebbe rivolto ai genitori degli studenti attualmente iscritti alle medie, per altri esso, discutendo sul percorso di studio dei prossimi anni, riguarderebbe anche i genitori delle scuole elementari.

I genitori del NO ribadiscono che "le regole del gioco non possono essere cambiate mentre si sta giocando", alludendo al fatto che la scelta di iscrivere il proprio figlio al percorso di studio delle medie Busoni-Vanghetti  è passata anche per la valutazione dell'orario, e che un suo cambiamento in corsa sarebbe dannoso e iniquo: "riteniamo inaccettabile - spiegano - che le nostre esigenze possano venire superate e anzi calpestate da chi nella scuola deve ancora metterci piede". Dall'altra parte c'è chi, in una certa linea logica, sostiene che trattandosi di un servizio pubblico a cui dovranno accedere in molti, una sua riorganizzazione riguardi un bacino più ampio di persone.

Se poi questo bacino comprende anche "l'ortolano" (definizione emersa simpaticamente nel corso delle settimane per definire un soggetto teoricamente escluso dall'argomento del sondaggio che però vi vota) questo è un altro discorso: alcuni genitori si sono infatti lamentati che molte delle risposte al sondaggio provengano da parenti "anche non vicinissimi" che "poco c'entrerebbero con chi usa il servizio e che quindi dimostrerebbero solo una certa faziosità e volontà di stravolgere i risultati". A rigor di cronaca stessa accusa viene rivolta alla raccolta firme dei genitori del No che, appunto, includerebbe persone secondo cui l'argomento del sondaggio sarebbe poco congruo, questo almeno quanto sostenuto dal fronte del SI.

Di seguito una sintesi delle motivazioni per il SI e per il NO, estratte dai comunicati delle due parti (che pubblichiamo per intero in calce all'articolo).

Le motivazioni del SI

-Maggior tempo libero nel weekend e un più efficace recupero di energie

-Maggiore possibilità di dedicarsi alla vita familiare 

-Più tempo per fare i compiti del weekend e studiare

-Più tempo libero per divertirsi e coltivare le proprie passioni al di fuori della scuola

-Maggior capacità di organizzare la propria giornata

-Sei ore in una mattina NON significano più compiti da fare nel pomeriggio durante la settimana

-I paventati problemi di apprendimento non sono certo legati alla quantità delle ore di lezione, ma piuttosto alla qualità dei corsi

-Due intervalli per fare colazione, magari uno di dieci minuti e uno più lungo intorno a mezzogiorno, permettono ai ragazzi di ricaricarsi e arrivare alle ultime due ore con più energie. 

-Gli zaini non peseranno di più (possibilità di lasciare libri a scuola, fotocopie o zaini trolley)

-Adeguarsi al modello europeo che prevede 5 giorni di scuola

-Uniformarsi alle altre realtà scolastiche della zona come Montelupo Fiorentino e Sovigliana.

-L’uscita della scuola alle 14 permette di muoversi più velocemente grazie a una viabilità cittadina meno congestionata dal traffico dell’ora di punta 13. Risparmio energetico e meno inquinamento

Le motivazioni del NO

- Cambiare l'orario creerà problemi con i servizi di trasporto in quanto l'uscita alle 14 sarà successiva all'orario di punta dei mezzi pubblici. Il rischio è che tornare a casa sia molto più difficile per i ragazzi.

- Aggiungere un'ora al giorno significa causare un forte calo dell'attenzione sia negli studenti che nei professori

- Forti difficoltà per i bambini con handicap che dovranno stare in classe un0'ora in più

- Gli studenti dovranno preparare per il giorno dopo non 5, ma 6 materie, compromettendo l'attività extra scolastica (sport o hobby)

- Il sabato non sarebbe 'libero', ma servirebbe per correre e cercare di recuperare quanto perso durante la settimana

- Tempo prolungato molti genitori sono preoccupati che i figli escano da scuola alle 17, soprattutto nei mesi dell'anno dove è buio e per quei bambini che devono prendere il bus

- La dirigente sostiene che nell'ultime ore saranno messe materie più leggere come religione o educazione fisica, ma questo non è possibile perché i professori di queste materie sono 4 e le classi molte di più.

- Zaini più pesanti

- Ogni genitore ha fatto una scelta tenendo conto anche dell'orario, sarebbe scorretto penalizzare chi frequenta la scuola per coloro che la frequenteranno

- Le scuole di Sovigliana e Montelupo appartengono ad un contesto più piccolo. Il paragone non è possibile. Si deve mantenere un'offerta differenziata per permettere alle famiglie di scegliere in base alle loro esigenze

- In Europa esiste un modello su 5 giorni, ma completamente diverso basato su ore pomeridiane dedicate al recupero o ad attività alternative come sport, teatro, arte o musica.

- Le due merende al mattino sono dannose per la salute dei bambini

 

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Giovanni Mennillo

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