
Sono tre i feriti. L'immobile è stato posto sotto sequestro e si sta allestendo alcune tende
I vigili del fuoco di Firenze stanno intervenendo a Sesto Fiorentino, in via Avogadro 15, per l'incendio di un capannone in disuso. Lo stabile veniva utilizzato come ricovero da un cospicuo numero di persone (probabilmente di origine somala), circa 80 persone. Sul posto sono presenti ventisette unità con nove veicoli antincendio.
I vigili del fuoco sono riusciti ad entrare all'interno della struttura e hanno concluso le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza intorno alle ore 2. Sul posto presenti carabinieri e polizia. Presente anche il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi.
Poco dopo le 23 è stata estratta viva una persona dal capannone, la persona è poi deceduta nel corso della notte.Sono tre i feriti, molti gli intossicati.
Lo stabile, che un tempo ospitava il mobilificio Aiazzone, era stato occupato nel dicembre 2014 da una cinquantina di extracomunitari, tutti, secondo quanto spiegato all'epoca dal Movimento di lotta per la casa, profughi richiedenti asilo che erano stati in precedenza ospitati per alcuni mesi in strutture di accoglienza.
Deceduto il ferito più grave, è un 35enne
E' morto l'uomo rimasto ferito gravemente in seguito all'incendio scoppiato ieri sera a Sesto Fiorentino (Firenze) nel capannone che un tempo ospitava l'ex mobilificio Aiazzone, da due anni occupato da circa un centinaio di stranieri, per lo più somali. L'uomo, 35enne, extracomunitario, era stato trovato dai vigili del fuoco all'interno del fabbricato. Le sue condizioni erano state giudicate fin da subito critiche ed era stata a lungo rianimato. Poi la corsa verso l'ospedale, ma inutilmente.
Il morto è un 44enne somalo
È un uomo di 44 anni, e non di 35 come appreso in precedenza, somalo, regolare in Italia, l'uomo morto la notte scorsa nel rogo di un capannone a Sesto Fiorentino (Firenze), dove da tempo aveva trovato riparo un gruppo di extracomunitari. Tra le prime ipotesi al vaglio degli investigatori, quella che le fiamme si siano sprigionate in seguito al tentativo da parte degli occupanti di scaldarsi con mezzi di fortuna.
Tre feriti, uno grave
E' di tre feriti, di cui uno grave, il bilancio al momento dell'incendio sviluppatosi stasera in un capannone abbandonato, da due anni occupato da extracomunitari, per lo più somali. Il ferito più grave è un giovane straniero che è stato recuperato dai vigili del fuoco all'interno del fabbricato. Le sue condizioni, come riferito dai carabinieri, erano critiche e i sanitari lo hanno rianimato. E' stato poi portato in ambulanza all'ospedale, dove è morto poco dopo. Anche altri due extracomunitari sono andati in ospedale perché rimasti intossicati. Da quanto appreso sono alcune decine le persone riuscite a uscire da sole dall'ex mobilificio. Sarebbero incolumi, secondo quanto riferisce il 118 che ha allestito un punto medico avanzato soprattutto in considerazione del freddo. La protezione civile ha distribuito loro coperte ed è stata messa in piedi anche una cucina da campo per dare bevande calde a quanti, e sono tanti, sono rimasti nelle vicinanze del capannone.
Si montano le tende
In seguito all'incendio sviluppatosi nell'ex capannone in via Avogadro a Sesto Fiorentino occupato da due anni, è stato deciso di montare due grandi tende nella vicina piazza Marconi per ospitare le persone rimaste senza un alloggio, circa un' ottantina di extracomunitari, per lo più somali. Contrariamente a quanto scritto in precedenza, il sindaco di Sesto Lorenzo Falchi non ha infatti messo a disposizione una palestra. Il primo cittadino, arrivato anche lui in via Avogadro, ha anche contattato i comuni limitrofi e il prefetto per trovare una soluzione per l'accoglienza. Ma gli occupanti non vogliono allontanarsi né essere divisi. A decine gli extracomunitari sono rimasti vicino al fabbricato dove sono scoppiate le fiamme che hanno fatto un morto mentre altre due persone sono finite in ospedale perché intossicate: entrambe non sarebbero gravi. Prosegue intanto l'intervento dei vigili del fuoco: praticamente spente le fiamme. Le verifiche fatte finora hanno escluso che all'interno ci possa essere qualcun altro. Sul posto intervenuti anche carabinieri, vigili urbani, polizia e protezione civile, che ha distribuito coperte e bevande calde date le rigide temperature, e i sanitari inviati dal 118.
Immobile sotto sequestro
Il capannone di Sesto Fiorentino, dove ieri sera è scoppiato un incendio che ha provocato un morto e due feriti tra gli extracomunitari che vi avevano trovato riparo, è stato posto sotto sequestro. La struttura un tempo ospitava il mobilificio Aiazzone ed era occupata dal 2014. I vigili del fuoco hanno lavorato fino alle due per spegnere le fiamme e ultimare le verifiche. Sul posto anche polizia, carabinieri, vigili urbani, protezione civile e sanitari.
L'intervento della Protezione civile Metrocittà
Bassi: "Addolorati per la morte dell'immigrato dovuta agli effetti dell'incendio". Allertati per allestire un pronto soccorso da campo. Poi la distribuzione delle coperte "Siamo addolorati per la morte dell'immigrato avvenuta per effetto dell'incendio del capannone all'Osmannoro - dichiara Angelo Bassi, consigliere delegato della Protezione civile della Città Metropolitana di Firenze - Tutti ci siamo adoperati per trovare una sistemazione agli stranieri coinvolti, mettendoci a disposizione del Comune di Sesto che ha gestito con attenzione e scrupolo tutti i passaggi. La Protezione civile della Metrocittà di Firenze era stata allertata per allestire un pronto soccorso da campo con le nostre squadre. Intervenuti lì, sono emerse altre priorità e abbiamo distribuito ottanta coperte a quanti erano scappati dall'incendio".
Rogo Osmannoro, istituzioni al lavoro per gestire l’emergenza
Vigili del Fuoco, 118, Protezione Civile, Polizia Municipale del Comune di Sesto Fiorentino e le associazioni di volontariato si sono immediatamente attivati secondo le proprie competenze, portando aiuto e ristoro a decine di persone. In piazza Marconi sono state allestite alcune strutture temporanee dove far trascorrere la notte.
Il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, insieme al vicesindaco Damiano Sforzi e all’assessore alle Politiche sociali Camilla Sanquerin si è recato sul posto poco prima di mezzanotte e da lì ha seguito l’evolversi della situazione.
Nelle prime ore del mattino l’incendio è stato domato, anche se il lavoro di messa in sicurezza da parte dei Vigili del Fuoco prosegue.
Il sindaco Falchi, già da ieri sera, è in contatto con Prefettura, Regione Toscana, Città Metropolitana per contribuire a trovare una soluzione in grado di far fronte all’emergenza umanitaria.
Il Comune cerca un altro riparo
Il Comune di Sesto fiorentino sta lavorando in queste ore per trovare una soluzione alternativa alle tende per il ricovero degli stranieri che si erano rifugiati nell'ex mobilificio Aiazzone andato in fiamme. Il sindaco Lorenzo Falchi, secondo quanto si è appreso, è impegnato in una serie di colloqui e incontri per trovare una soluzione prima possibile.
Aperta un'inchiesta per omicidio colposo
La procura di Firenze ha aperto un fascicolo sull'incendio del capannone-rifugio per immigrati e senza casa di Sesto Fiorentino (Firenze) valutando come prime ipotesi di reato quelle di incendio colposo e omicidio colposo. Gli uffici stanno ricevendo i primi rapporti di polizia giudiziaria e al momento l'ipotesi è che l'incendio abbia avuto cause accidentali.
La proprietà aveva denunciato contro gli abusivi
La proprietà del capannone-rifugio di immigrati senza casa di Sesto Fiorentino (Firenze), dove la notte scorsa c'è stato un morto per le conseguenze di un incendio nello stabile, aveva già a suo tempo presentato denuncia-querela contro gli occupanti abusivi. E' quanto si apprende in ambienti giudiziari riguardo alla posizione della proprietà dell'immobile, che si era attivata presso l'autorità giudiziaria per rientrarne in possesso.
Gli occupanti: "Fiamme da corto circuito"
Sarebbe stato un corto circuito, secondo alcuni occupanti, la causa del rogo divampato la notte scorsa nel capannone di Sesto Fiorentino, a seguito del quale è deceduto un uomo di 44 anni. "Pensiamo che sia stato un problema elettrico - hanno dichiarato alcuni degli occupanti - c'erano fili scoperti, a contatto con pezzi di compensato usati per fare delle stanze, e il piano terra era sempre allagato". Stando ad alcuni testimoni, l'incendio sarebbe divampato "vicino a una stanza al primo piano fatta con del compensato". "Ci hanno staccano la corrente tante volte - raccontano - e noi l'abbiamo riattaccata". Per il leader del Movimento di lotta per la casa, Lorenzo Bargellini, "un anno fa cento poliziotti hanno staccato la luce sapendo che potevano causare un rischio per la sicurezza".
"Si tratta di persone con l'attestazione di richiedenti asilo - ha proseguito Bargellini - che devono occupare stabili perché non ricevono garanzie dalle istituzioni". "Siamo schiavi dei cinesi che ci fanno lavorare a chiamata per due euro l'ora" denunciano ancora alcuni dei manifestanti. Secondo un altro esponente del Movimento di lotta per la casa, "prima di andare nel capannone molte di queste persone erano in un palazzo occupato in via Slataper, seguite da due cooperative che hanno ricevuto fondi regionali per 2 milioni di euro per trovargli una sistemazione regolare ma non hanno fatto nulla".
La protesta degli occupanti, manifestazione davanti la prefettura.
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