Cresce 'Casa Arrighi', ampliata la dimora di cohosuing: ora potrà ospitare 7 persone

Inaugurato il primo piano dell’abitazione che fu donata da una famiglia per essere adibita a residenza. Oggi è gestita da Fondazione ‘Dopo di noi’




Inaugurazione ufficiale oggi, mercoledì 21 dicembre, per ‘Casa Arrighi’, abitazione in via Meucci destinata al cohousing di ragazzi con disabilità.

Si sono conclusi pochi giorni fa i lavori per l’ampliamento degli spazi della residenza, nata nel 1997 come centro di accoglienza per persone con disabilità, che poi si è trasformata in questa innovativa ‘scommessa’.

Dal 2014 la Fondazione Dopo di Noi gestisce in quell’edificio un progetto, anche grazie ad un finanziamento regionale, che prevede vita indipendente e inclusione nella società di ragazzi disabili. Gli ospiti vivono in questa abitazione autogestita.

Si tratta di un percorso stabile di servizi orientato all’autonomia di chi vi abita, realizzando di fatto una soluzione alternativa alle residenze assistite, che permette di vivere lontano dai propri cari, sviluppando un nuovo percorso di autonomia e di relazioni, puntando all’obiettivo di  emanciparsi dalla famiglia di origine. Casa Arrighi rappresenta una buona pratica di collaborazione tra ente pubblico, servizio sanitario e Fondazione che prova a individuare un micro sistema da poter, se possibile nel tempo con il reperimento di finanziamenti, ripetere.

INAUGURAZIONE - All’inaugurazione sono intervenuti Brenda Barnini, Sindaco del Comune di Empoli; Arianna Poggi, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Empoli; Pier Luigi Ciari, Presidente della Fondazione Dopo di Noi Onlus; Enrico Sostegni, Consigliere regionale della Toscana; il sindaco di Montelupo Fiorentino Paolo MasettiIgnazia Scibetta, Resp. Coordinatore Servizi Sociali Zona Empoli Asl Toscana Centro. Non sono mancate tutte quelle persone che gravitano attorno al progetto, gli operatori della fondazione, gli assistenti familiari, i sostenitori di Dopo di Noi, fra cui importanti aziende locali che non fanno mancare il loro contributo.

SINDACO - Il sindaco Barnini ha spiegato che «fin dall’avvio della nostra amministrazione il progetto era stato avviato, prima l’assessore Lucia Mostardini, con tenacia, e poi l’assessore Arianna Poggi, con costanza, hanno portato avanti questa sfida insieme alla Fondazione Dopo di Noi, alla Regione, e a tutti i Comuni dell’Unione. Siamo di fronte a un sogno che si fa realtà. Vedere questa casa, donata da una famiglia che del ‘dopo di noi’ ha fatto il suo scopo di vita, e  ora è a disposizione per questa finalità è stato un grande traguardo. Qui ogni giorno si vive un’esperienza di crescita per gli ospiti e per chi vi lavora. Un bagaglio che cresce e che sarà utilissimo anche per gli altri nostri obiettivi, ovvero creare una struttura adatta anche a chi è meno giovane e che presenta altre disabilità. Una realtà che come questa unirà le competenze del pubblico e il saper fare del privato. Un obiettivo che siamo prefissati e che ci vede lavorare ancora».

Il presidente di Fondazione Dopo di Noi Pier Luigi Ciari ha spiegato: «Quella che è una felice sperimentazione prosegue e si allarga. E la nostra intenzione è quella di accrescere la nostra esperienza ancora. In questa casa i ragazzi crescono e imparano a vivere senza le loro famiglie. Non ci sono manuali in questo settore, ogni giorno dobbiamo rispondere a esigenze e bisogni diversi e la risposta non si può trovare cliccando su internet. Per questo i risultati finora raccolti, grazie a tutte le componenti che abbiamo già indicato, possono essere replicati ancora e ci proveremo».

LAVORI - I lavori di ristrutturazione sono iniziati a metà ottobre e hanno interessato i servizi igienici e spazi comuni, l'adeguamento agli impianti elettrici, le modifiche con opere murarie per l'adeguamento alla normativa vigente, oltre alla fornitura di tutto l’arredamento del piano primo.

Il Comune di Empoli proprietario dell'immobile ha approvato con propria delibera di giunta del 12 ottobre le linee tecniche di intervento per un importo complessivo di 39.000 euro. Per far fronte a questo investimento la Fondazione dopo di Noi ha attinto ad un trasferimento di risorse provenienti dal lascito che la famiglia Arrighi ha donato all’Asl, la quale con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa firmato nel settembre scorso, si è impegnata a mettere a disposizione vincolandolo alla realizzazione del progetto del cohousing.

DUE PIANI - Grazie a questo intervento ‘Casa Arrighi’, finora utilizzata solo al piano terra può essere vissuta dagli ospiti anche al primo piano. Dunque oggi offre fino a un totale di 7 posti.

Le persone disabili possono usufruire del cohousing attraverso una proposta d’inserimento avanzata dai servizi sociali dell’azienda sanitaria che suggerirà alla famiglia di persone adulte, ma finora mai veramente autonome, di provare a vivere da soli. Coloro che avviano l’esperienza dentro ‘Casa Arrighi’ sono seguiti, 24 ore su 24, da personale della fondazione ‘Dopo di Noi’, nelle ore diurne anche da un educatore, e contribuiscono con una compartecipazione mensile.

STORIA - Era il 1994 quando Alaide Coppini, scomparsa domenica 17 maggio 2015 a 102 anni, e suo marito Galeno Arrighi donarono ‘Casa Arrighi’ al Comune con il chiaro intento di realizzarci una casa famiglia in grado di ospitare la loro figlia Carla e altre persone disabili. La struttura venne aperta nel settembre 1997 come centro diurno. E da lunedì 18 maggio 2015, quell’abitazione, grazie all’Asl 11 e alla Fondazione ‘Dopo di Noi’, è divenuta una residenza di cohousing per disabili. Alaide e Galeno volevano rendere autonomi i ragazzi disabili attraverso la vita in comune all’interno di un appartamento. Il Comune di Empoli, a cui era stata donata la casa, l’ha concessa in comodato d’uso gratuito. Alaide e Galeno furono promotori, insieme ad altre famiglie, dell’apertura del centro spastici di Villanova. Lei sosteneva le battaglie dell’AIAS di Empoli (l’Associazione Italiana per l’assistenza agli spastici).

LA LETTERA LETTA DAL SINDACO - Il sindaco Brenda Barnini ha subito notato quella lettera incorniciata e appoggiata su uno dei mobili. Quella lettera è stata scritta da due genitori, Alaide Coppini e Galeno Arrighi, i quali hanno voluto lasciare un appello a coloro che si sarebbero occupati della figlia disabile, con diversi problemi di salute.

Un messaggio struggente che 'risuona' su quella carta come un appello perché ogni disabile viva una vita 'degna di essere vissuta'...e di essere amata. E quelle parole sono anche un grande e sincero ringraziamento a tutti coloro che si occupano di disabilità e di assistenza a chi è stato più sfortunato.

Il sindaco ha letto alle persone presenti, trattenendo a stento le lacrime, il messaggio di quelala famiglia.

«Loro sono stati coloro che hanno iniziato tutto, grazie al loro amore di genitori e alla loro sensibilità siamo qui oggi ad aprire questo splendido secondo piano di Casa Arrighi», ha poi commentato il sindaco.

IL SINDACO BARNINI LEGGE LA LETTERA: IL VIDEO

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