
A seguito della recente crisi economica, l’emergenza abitativa è divenuto in questi ultimi anni uno dei principali problemi che affliggono la nostra società. Si tratta di un fenomeno in continua crescita, la mancanza di lavoro è molto spesso la prima causa del disagio abitativo. La perdita dell’abitazione o l’incapacità di sostenere le spese per l’affitto fino ad alcuni anni fa erano soltanto episodi sporadici mentre negli ultimi tempi si sono rese necessarie misure per fronteggiare l’emergenza. Un’emergenza che non ha niente a che vedere con la questione delle case popolari (ERP - Edilizia Residenziale Pubblica) che seguono invece iter completamente diversi e che rispondono ad altri bisogni, non a situazioni di estrema emergenza.
I Comuni dell’Empolese Valdelsa, approvando recentemente due regolamenti ad hoc, hanno deciso di affrontare questo problema in maniera unitaria omogenizzando le procedure delle undici amministrazioni e strutturando i percorsi per rispondere alle emergenze, sia che si tratti di situazioni più programmabili sia che si tratti di impellenze.
Gli attori di questa riorganizzazione sono l’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, l’Asl e Publicasa Spa.
Le persone che si trovano in situazioni di difficoltà vengono inserite in un percorso condiviso per risolvere le situazioni di disagio in collaborazione con i Centri per l’Impiego, con il Tribunale, con il Sunia (Sindacato Inquilini) e con le associazioni di volontariato. Lo scopo primario è quello di far uscire rapidamente le persone da questo tunnel rendendo l’emergenza veramente temporanea.
“I casi più frequenti – spiega il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, delegato alle politiche abitative per l’Unione dei Comuni – riguardano la necessità di erogare contributi per l’ingresso in un nuovo alloggio perché l’inizio di un nuovo contratto è uno dei momenti più difficili in quanto prevede molto spesso il pagamento di alcune cauzioni o il pagamento anticipato di alcune mensilità. Tra gli aiuti che vengono concessi più spesso ci sono i contributi economici “una tantum” (che non possono superare il 50% della morosità e a condizione che l’affittuario eroghi il restante 50%), previo accordo con il proprietario. Può capitare anche di arrivare ad orientare il cittadino verso il rientro nel paese di origine, che si tratti di un paese straniero o che sia all’interno del territorio nazionale. Questo lavoro viene svolto da un’apposita commisione tecnica che esamina e valuta i singoli casi individuando il percorso per uscire dallo stato di emergenza e far tornare il cittadino a vivere con i propri mezzi di sostentamento. La commissione si occupa anche dei casi nei quali sono coinvolti minori, anziani e disabili e all’interno della stessa svolge un ruolo specifico l’ASL Toscana Centro. Dal maggio 2014 al dicembre 2015 i casi esaminati dalla commissione sono stati circa 570, distribuiti su tutto il territorio, compresi i piccoli comuni dove, fino a pochi anni fa, questo fenomeno era sconosciuto”.
Le strutture a disposizione sul territorio sono 19, sparse tra tutti i comuni anche se con prevalenza nei comuni più popolosi. A queste si aggiungono due centri di ospitalità notturna, uno ad Empoli (Centro Emmaus) e una a Santa Croce Sull’Arno, tramite apposita convenzione con l’Unione dei Comuni dell’empolese Valdelsa. Le assegnazione di questi alloggi per l’emergenza abitativa, sono di norma, in regime di coabitazione, ossia con la camera da letto in uso esclusivo e gli altri locali (cucina e servizi) condivisi con altre famiglie. Per questo motivo alle persone inserite nelle strutture viene richiesto di essere in regola con il servizio sanitario nazionale, al fine di tutelare gli altri coinquilini.
“Il ruolo della commisione – conclude Spinelli - è particolarmente rilevante, i dati infatti confermano che l’assegnazione dei contributi pubblici avviene in maniera molto selettiva: dei 570 casi trattati infatti circa 200 non sono stati ammessi al contributo mentre in 70 casi la pratica avviata è stata interrotta in quanto il cittadino, di fronte alle soluzioni proposte, ha prefeito risolvere la propria situazione attraverso il sostegno di parenti o conoscenti. Di fronte a questo importante impegno messo in campo dai comuni dell’Empolese Valdelsa, mi dispiace che l’opposizione in consiglio si sia fermata a disquisire su singoli termini e non abbia colto i veri obiettivi di questa norma”.
Fonte: Per l'Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa
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