
“Al fine di non compromettere in modo irreversibile il territorio ed evitare rischi alla sostenibilità ambientale e socio-economica” (così recita la proposta di legge approvata dalla giunta Regione Toscana il 12 gennaio 2015)
Il Governatore Rossi, che all'indomani della presentazione della Risoluzione Braga sulla geotermia (a cui sono seguiti con analoga impostazione le Risoluzioni Pellegrino e Segoni e di segno opposto la Risoluzione Abrignani) dichiarava ai giornali (Il Tirreno 22.11.2014) di essere contrario alla moratoria perché “non si devono porre limiti alla ricerca e al potenziale sviluppo di energia da fonti rinnovabili”, oggi cambia idea sotto l’incalzare di contestazioni sempre più ampie, anche di sindaci, dell’insostenibile piano speculativo Berlusconi-Scajola.
Dichiara addirittura (www.toscana.notizie.it del 14.1.2015) che l’eccessiva richiesta di trivellazioni geotermiche in Toscana determina il “conseguente legittimo esplodere di proteste in tutta la Toscana, a causa dell’addensamento delle ricerche”.
E così il 12 gennaio 2015 la Giunta Regionale Toscana approva una proposta di legge (in allegato) che blocca per almeno 6 mesi – dalla sua approvazione in Consiglio Regionale - tutti i “procedimenti per il rilascio dei permessi di ricerca e delle relative proroghe, degli atti di assenso per la realizzazione dei pozzi esplorativi e degli atti ad essi preordinati - con lo scopo di stabilire il numero massimo dei pozzi da assentire e i criteri e parametri per la loro corretta distribuzione nel territorio.
Si è arrivati a questa situazione per effetto del piano Berlusconi-Scajola che, liberalizzando il settore e incentivando in maniera abnorme la produzione di energia da fonti geotermiche, ha determinato un eccessivo aumento dei progetti di ricerca e dei conseguenti pozzi esplorativi.
I maligni sostengono (e noi con loro) che nella scelta del Governatore Rossi non siano estranee logiche “elettorali” viste le imminenti elezioni amministrative; il che non fa che confermare vieppiù che la politica geotermica toscana non è più appetibile presso gli elettori che dovrebbero votarlo. Il tentare di togliere di mezzo dalla tornata elettorale amministrativa la geotermia è una candida ammissione della sua virulenza politica.
E così anche la Toscana (da tempo responsabile della grave situazione ambientale e sanitaria in Amiata) oggi riconosce di essere vittima della liberalizzazione introdotta dal piano geotermico Berlusconi-Scajola e della sua insostenibilità, allineandosi alle risoluzioni Braga-Pellegrino-Segoni e a quanto la Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante va da tempo richiedendo per una moratoria nazionale e la riscrittura di un nuovo piano geotermico.
Il possibile contrasto infatti tra la nuova legislazione toscana che verrà e i due D.Lgs. 22/2010 e 28/2011 può essere solo risolta dal Parlamento nella riscrittura di una nuova legislazione geotermica unita ad un sistema importante per risolvere “l’addensamento delle ricerche”, che è rappresentato dall'abbattimento degli incentivi sia per gli impianti ad autorizzazione regionale che per quelli “pilota”, alla cui autorizzazione concorrono il MISE, il MATTM e la Regione ospitante.
Vittorio Fagioli – portavoce Rete Nazionale NOGESI - No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
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