
Una ricerca internazionale per approfondire gli studi di genere riferiti alle carriere femminili e ai processi culturali, rivolgendo una specifica attenzione al mondo della ricerca e ai contenuti delle discipline. Lo studio, iniziato nelle scorse settimane, è finanziato dall'Ue, coordinato dal dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio e vi partecipano le Università di Pisa, Londra, Parigi, Madrid e Praga.
La ricerca durerà quattro anni e mira a sviluppare una serie di percorsi sia sul piano teorico, per quanto riguarda i fondamenti delle discipline interessate, sia a livello pratico, attraverso una serie di azioni pensate per eliminare discriminazioni e stereotipi dominanti. Il progetto, spiega una nota dell'Ateneo pisano, intende ''promuovere gruppi multidisciplinari di ricerca attraverso l'uso della categoria di genere, inserire l'approccio di genere nei percorsi formativi istituzionali e non, sensibilizzare i ricercatori al tema delle pari opportunità e delle carriere, realizzare un'indagine sul monitoraggio delle carriere all'interno delle istituzioni accademiche, favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, facilitare l'uso di un linguaggio attento al genere nei documenti amministrativi, intensificare infine i legami con il territorio di riferimento, consolidando nel caso pisano l'applicazione della legge regionale sulla cittadinanza di genere''.
L'ambiente di lavoro, i processi culturali dominanti e le norme, esplicite e tacite, che regolano il mondo della ricerca saranno dunque al centro dell'interesse del progetto per attuare un'applicazione sostanziale dei diritti delle donne e una piena valorizzazione delle differenze. ''Ma questi cambiamenti - afferma Rita Biancheri, responsabile scientifica per l'Università di Pisa - possono avvenire solo ripensando contenuti e offerta formativa, attività didattiche e superando una concezione della scienza che ha considerato il soggetto maschile come neutro, mantenendo tuttora quelle cicatrici che hanno escluso per lungo tempo le donne dai saperi''.
Fonte: Università di Pisa
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