
E' stato preso dalla Polizia il presunto omicida della giovane romena trovata crocifissa e violentata il 5 maggio alle porte di Firenze. Secondo le indagini, l'uomo sarebbe anche responsabile di altre simili violenze avvenute negli scorsi anni. E' un idraulico fiorentino di circa 55 anni, si chiama Riccardo Viti, lavora a Careggi. L'uomo è stato preso nella sua casa di via Locchi, alla immediata periferia nord di Firenze, nei pressi dell'ospedale di Careggi.
Polizia e Carabinieri hanno perquisito stamani la sua casa. Adesso sono in corso anche gli accertamenti per verificare la corrispondenza dei dati biologici con le tracce del dna isolate dal Racis dei Carabinieri in alcuni precedenti casi simili, dove le vittime erano sopravvissute. Secondo quanto appreso, si sarebbe giunti all'identificazione dell'uomo arrestato anche attraverso le indagini delle ultime ore, basate sulla sua descrizione da parte delle donne che avrebbe violentato negli scorsi anni. Avrebbe fatto alcune ammissioni, circa la violenza sulla giovane prostituta trovata seviziata ed uccisa a Ugnano. "Sono finito. Ormai non mi salva nessuno: sono le parole pronunciate da Viti, al momento dell'arresto, quando è stato bloccato da polizia e carabinieri.
"Speravo la trovassero"
"Ho fatto una bischerata. Speravo la trovassero come le altre": è quanto avrebbe detto Riccardo Viti arrestato per la violenza e l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena trovata crocifissa tra Firenze e Scandicci, riferendosi ai precedenti casi simili nei quali le donne violentate e legate erano state trovate e salvate.
L'auto di Viti seguita grazie alle telecamere
A Riccardo Viti gli investigatori sono arrivati anche ricostruendo tutto il percorso della sua auto, da quando ha preso a bordo la ragazza fino all'arrivo in via del cimitero di Ugnano, con le videoregistrazioni delle telecamere di sicurezza disseminate lungo il percorso. Al momento dell'arresto l'uomo aveva con se' anche il giubbotto indossato quella sera. Le immagini hanno consentito alla polizia di ricostruire il percorso fatto la notte tra il 4 ed il 5 maggio dal Fiat Doblò grigio di Viti dal momento in cui l'uomo ha preso a bordo la prostituta nella zona del parco delle Cascine all'arrivo nei pressi della strada che si perde in mezzo ai campi di Ugnano, interrotta dalla sbarra alla quale il corpo della ragazza era stato legato. L'auto di Viti è stata trovata parcheggiata nei pressi dell'abitazione dell'uomo e sequestrata.
Viti sospettato per altri nuovi episodi di violenza
Viti, arrestato per la violenza e l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir, è fortemente indiziato anche per altri nove episodi analoghi di violenza su prostitute. Il suo profilo genetico, secondo quanto emerso, coincide con il Dna rilevato su luogo dell'omicidio e con quello trovato in altri tre casi precedenti.
Tra i casi in cui è stata riscontrata la presenza del profilo genetico di Riccardo Viti, quello del marzo del 2013, quando una prostituta di 46 anni fu trovata, viva, legata a una sbarra nello stesso modo della ventiseienne romena. Anche in quel caso la donna era stata legata con del nastro adesivo bianco e verde con stampata la sigla dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi.
Il pm interroga Viti su tutti episodi
Il pm Paolo Canessa sta interrogando l'idraulico Riccardo Viti, 55 anni, non solo sull'omicidio della romena Andreea Cristina Zamfir, ma anche su tutti gli episodi di aggressione e sevizie sessuali a prostitute di cui dal 2006 ad oggi è stata fatta denuncia dalle vittime. Viti è in questura da circa tre ore. Nell'interrogatorio, secondo quanto appreso, vengono ripercorsi con l'arrestato tutti i fatti con modalità analoghe di cui Viti potrebbe essere il responsabile. L'idraulico viene sentito al primo piano della questura dove c'è la squadra mobile. Riccardo Viti è assistito da un avvocato d'ufficio. Non ha precedenti penali e risulta essere incensurato.
I genitori di Viti: "Non diciamo nulla"
Sono chiusi in casa nella loro abitazione di via Locchi a Firenze, in zona Careggi, i genitori di Riccardo Viti, arrestato stamani con l'accusa di essere il maniaco delle prostitute di Firenze. Alcuni giornalisti stamani hanno bussato alla porta dell'abitazione. Da dentro una signora, probabilmente la madre di Viti, si è limitata a rispondere: "andate via, non dico nulla, non vi dico nulla". "Stiamo soffrendo, stiamo soffrendo". E' quanto si sono limitati a rispondere i genitori. Viti abita con la moglie, una signora dell'Est, e con il figlio di lei, un adolescente, in un appartamento comunicante con quello dei suoi genitori. L'appartamento è al secondo piano di un palazzo di sei piani. Al piano terra c'è una rimessa della famiglia Viti, dove Riccardo e il padre tengono gli attrezzi di lavoro: il locale, così come il furgone, è stato sequestrato dalla Squadra Mobile di Firenze.
I vicini: "Gentile ma strano e infantile"
Una persona gentile anche se "un po' ruvido e strano, a volte infantile". Così i vicini descrivono Riccardo Viti, l'uomo arrestato stamani con l'accusa di essere il maniaco delle prostitute a Firenze. I vicini si dicono sconvolti. Molti conoscono sia lui che i suoi genitori, che vengono definite persone "bravissime". In base a quanto raccontato dai vicini Viti è sposato. La moglie è dell'Est e ha un figlio adolescente da una precedente relazione, che frequenta e scuole superiori e che abita con loro. Viti è diplomato in ragioneria, ma non avendo un impiego da anni lavora con il padre che fa l'idraulico. Nel tempo libero insegna o fa l'arbitro di karate. La moglie lavora in un'azienda di pulizie che ha un appalto con l'ospedale fiorentino di Careggi. Un dettaglio significativo visto che alcune delle prostitute seviziate sono state legate con del nastro adesivo dell'azienda sanitaria. Una vicina, che stamani ha assistito all'arresto, racconta di averlo visto uscire in manette accompagnato dagli agenti. Dice di non conoscerlo troppo bene ma di essere rimasta colpita una volta quando in un supermercato lo vide con la madre mentre comprava dei prodotti "per lui ma più adatti ad un bambino". Viti, la moglie e il ragazzo abitano in un appartamento in zona Careggi, comunicante con quello dei genitori dell'uomo, che però ha ingresso su un'altra strada.
Per Viti 15 anni di sadismo con le prostitute
Riccardo Viti, 55 anni, avrebbe praticato il suo gioco erotico sadico con le prostitute di Firenze da quando aveva 40 anni. E' quanto stimano gli investigatori della Squadra Mobile di Firenze in base ai risultati della perquisizione, al racconto dell'indagato e al profilo psicologico che starebbe emergendo su di lui. Pertanto, anche se è difficile stabilirlo, potrebbero essere decine gli incontri di Viti con prostitute consenzienti alla sua richiesta di prestazioni particolari.
Il compagno della vittima fuori dalla Questura
Il compagno di Andreea Cristina Zamfir, la 26enne romena trovata morta sotto un cavalcavia a Firenze lunedì scorso, si e' presentato fuori dalla questura questa mattina, dopo l'arresto del presunto responsabile dell'omicidio. L'uomo, Yean Ion Manta, 36 anni, romeno, piange e appare visibilmente scosso. La coppia ha due figli, di 4 e 2 anni, che vivono in Romania con i genitori dell'uomo. "Sono molto felice per questa notizia" ha detto l'uomo che ha poi precisato: "Andreea Cristina non si drogava e non si prostituiva. A casa non avevamo i soldi per mangiare". "La sera in cui e' morta - ha aggiunto - Cristina uscì intorno alle 22, mi disse che aveva un appuntamento di lavoro come baby sitter. Poi non l'ho più sentita, non ha più risposto al telefono e ai miei sms". "La fine di Cristina - ha detto ancora - è tutta colpa di sua madre, che l'ha abbandonata sei anni fa alla stazione come se fosse un bagaglio. Da sei anni non sa nulla di lei e adesso le interessa solo perché è morta".
La madre all'arrestato, sei il mostro? Lui ammette: "Non pensavo morisse. Ho fatto una c...a"
"Ma che sei te il mostro di Ugnano?". "Sì, sì, l'ho fatto io, non pensavo che morisse, ho fatto una cazzata". Così, a una reazione dell'anziana madre durante l'arresto stamani, l'idraulico Riccardo Viti ha fatto prima ammissione mentre la squadra omicidio della questura di Firenze lo stava arrestando nella sua casa di via Locchi dove vive con gli anziani genitori.
La polizia ha raggiunto la casa all'alba e ancora tutti dormivano. Mentre, durante la perquisizione, il padre ottantenne di Viti è rimasto seduto in silenzio senza parlare, l'anziana moglie ha reagito rivolgendosi al figlio con una serie di domande: "Ma che hai fatto? Ma che sei te il mostro di Ugnano?". Riccardo Viti alle sollecitazioni della mamma ha confermato di essere il responsabile dell'omicidio avvalorando quando già gli investigatori avevano ricostruito con le indagini.
Trovati dei manici di scopa
Due manici di scopa sono stati trovati dalla polizia scientifica e dalla squadra mobile nel corso di una perquisizione in un garage nella disponibilità di Riccardo Viti, arrestato per la violenza e l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena trovata crocifissa alle porte di Firenze. La donna era stata violentata usando proprio un pezzo di legno. Su uno dei manici c'erano tacche intagliate, come se servissero a indicare la misura del pezzo di legno.
Viti aveva parte bastone usato per violenza
Nel garage in uso a Riccardo Viti è stata trovata anche la parte del bastone usato per la violenza su Andreea Cristina Zamfir. L'altra parte del pezzo di legno era stato trovato nel corpo della 26enne romena. Nel locale sono stati sequestrati anche altri bastoni e fascette da elettricista che Viti ha raccontato di aver usato per legare le prostitute in alcuni altri casi precedenti.
Dna dell'arrestato sul luogo dell'omicidio
Il profilo genetico di Riccardo Viti, arrestato per la violenza e la morte di Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena trovata crocifissa alle porte di Firenze, coincide con il Dna trovato sul luogo del delitto.
La svolta delle indagini dal ricordo di un poliziotto del 113 di Firenze
Il ricordo di un poliziotto del 113 di Firenze ha dato la svolta alle indagini che hanno portato all'arresto di Riccardo Viti come autore dell'omicidio di Ugnano e delle sevizie sessuali alla prostitute. L'agente, che ora lavora alla squadra mobile, si è ricordato di un intervento con la volante di circa 2 anni fa richiesto da prostitute in cui emergevano modalità di violenza analoghe a quelle dell'inchiesta. Furono identificate delle persone fra cui lo stesso Riccardo Viti.
Il poliziotto ha ricercato negli archivi l'atto in cui era riportato quell'intervento sulla strada e da li è stato recuperato il nominativo di Viti permettendo di attivare accertamenti mirati anche sull'idraulico di Rifredi, che finora era incensurato. Secondo quanto emerge, la richiesta di un intervento al 113 fu fatta per una discussione scaturita, sembra, proprio per la richiesta di un particolare gioco erotico. La similitudine di quell'episodio di due anni fa con i fatti su cui già indagavano i carabinieri e con le circostanze dell'omicidio di Ugnano, del 5 maggio scorso, hanno convinto gli investigatori ad approfondire questa pista suggerita dal ricordo del collega.
Secondo quanto poi appreso, l'idraulico Riccardo Viti venne fermato e identificato da una pattuglia del 113, fra il 30 aprile e il 1 maggio 2012, durante una lite con una prostituta. Uno dei poliziotti della volante si è ricordato di questo singolo episodio e lo ha evidenziato ai dirigenti della squadra mobile dove presta servizio adesso. Da questo ricordo, la svolta alle indagini che si sono indirizzate sull'idraulico. Il poliziotto, un assistente capo, ricordava che il motivo della lite in strada, in piazza Gaddi a Firenze, era proprio la modalità di gioco erotico che l'idraulico voleva praticare con la prostituta e che la donna rifiutava di accettare.
La discussione fu notata dalla volante e per questo gli agenti si fermarono per accertare cosa stesse succedendo. Il nome di Viti è quindi rimasto scritto nel rapporto che fu fatto quella volta e che nei giorni scorsi è stato recuperato dagli archivi del 113. Dal momento che Viti risulta incensurato, sarebbe altrimenti rimasto difficile per gli investigatori individuarlo tra gli individui sospettati in base a specifici precedenti per reati di violenza sessuale.
Tra gli indizi i danni all'auto di Viti
L'auto di Riccardo Viti, una Fiat Doblò, era riconoscibile perchè ha una macchia sul tettuccio, manca di una borchia copri-cerchio e ha dei graffi sulla carrozzeria. Anche in base a questi indizi, raccolti da testimonianze, la squadra mobile di Firenze ha potuto individuare il mezzo con cui l'idraulico si spostava tra i luoghi della prostituzione di Firenze e le zone isolate dove infliggeva alle prostitute un gioco erotico sadico.
Amici della vittima, si prostituiva ogni tanto
La romena Andreea Cristina Zamfir "si prostituiva ogni tanto per dar da mangiare ai suoi due bambini e per avere soldi da inviare ai parenti in Romania". Lo hanno detto alcuni amici della vittima del maniaco seriale delle prostitute di Firenze mentre aspettano sotto il palazzo della questura gli esiti dell'interrogatorio di Riccardo Viti, l'idraulico di 55 anni arrestato per la morte della romena e per le aggressioni e sevizie ad altre prostitute. La romena si prostituiva nella zona del Parco delle Cascine.
Il questore: "Abbiamo preso la bestia"
Soddisfazione "perché la squadra mobile ed i carabinieri sono riusciti a catturare la bestia" è stata espressa dal questore di Firenze, Raffaele Micillo. Era stato lo stesso questore, ieri, a definire l'autore del gesto "una bestia", pur dispiacendosi, aveva detto, di paragonarlo agli animali. L'uomo arrestato, ha aggiunto Micillo, "è sicuramente responsabile del gesto e, probabilmente, degli altri fatti simili riscontrati precedentemente".
Pansa si congratula con il questore di Firenze
Il capo della polizia Alessandro Pansa ha chiamato il questore di Firenze Raffaele Micillo per congratularsi con gli investigatori della polizia fiorentina per l'arresto del responsabile dell'omicidio della donna romena.
Il prefetto: "Un lavoro straordinario da parte delle forze dell'ordine"
"Bravi polizia e carabinieri". Così il prefetto di Firenze Luigi Varratta che si è complimentato con il questore Raffaele Micillo e il comandante provinciale dell'Arma Andrea Taurelli Salimbeni dopo l'arresto dell'omicida della giovane rumena. "E' stato svolto un lavoro straordinario - ha detto Varratta - che ha permesso di assicurare alla giustizia con eccezionale tempestività un pericoloso assassino".
L'arrestato aveva il nastro adesivo
Nastro adesivo simile a quello usato per "crocifiggere" Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena violentata e uccisa a Firenze, è stato trovato a casa di Riccardo Viti, l'uomo arrestato stamani. Si tratta di nastro adesivo bianco e verde con la sigla dell'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, dove lavora la moglie dell'uomo.
La psichiatra, violenza sadica e perversa
"I contorni della vicenda sono ancora da definire ma sembrano volgere verso una violenza sadica e perversa in una persona che apparentemente non presenta disturbi mentali": Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria, commenta così l'arresto a Firenze di Riccardo Viti, accusato della morte di Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena trovata crocifissa. Lo fa rispondendo all'ANSA attraverso l'ufficio stampa dell'Azienda ospedaliera di Perugia.
Mencacci partecipa oggi a Passignano sul Trasimeno a un convegno sul trattamento del paziente in un dipartimento di salute mentale interaziendale. Incontro promosso dall'Azienda ospedaliera e dall'Università di Perugia. "La violenza sulle donne - sostiene Mencacci - rappresenta un punto doloroso della nostra società. Che non accenna a diminuire ma anzi tende a perseverare nonostante sia accresciuta la sensibilità sul problema. Bisogna tenere conto che oggi una donna viene uccisa in media ogni tre giorni". Secondo il presidente della Società italiana di psichiatria "in un caso come quello di Firenze, la donna viene sottoposta a una duplice violenza: il traffico della prostituzione e l'esposizione sadica ai clienti".
ORE 14.15 - madre e sorella della vittima arrivano in Questura
La madre e la sorella di Andrea Cristina Zamfir sono arrivate alle 14 alla questura di Firenze accompagnate dallo stesso questore Raffaele Micillo. Con le due donne anche un avvocato messo a disposizione dall'ambasciata di Romania. Le due donne sono state fatte salire agli uffici da un accesso secondario della questura. Col questore parleranno della restituzione della salma e del desiderio di seppellire la vittima dell'omicidio di Ugnano a Montesarchio (Benevento).
Finito l'interrogatorio, Viti va in carcere e gli urlano 'carnefice'. Fermo per l'omicidio
E' finito negli uffici della Squadra Mobile di Firenze l'interrogatorio di Riccardo Viti, arrestato come maniaco seriale delle prostitute di Firenze. L'idraulico viene portato ora nel carcere di Sollicciano. L' interrogatorio è durato tutta la mattina, per circa sette ore.
Fermo per omicidio: questo il provvedimento adottato a conclusione dell'interrogatorio di Riccardo Viti in questura a Firenze, accusato di aver ucciso Andreea Cristina Zamfir, la giovane romena trovata crocifissa.
''Carnefice di merda! Impiccati!''. Così un cittadino ha urlato a Riccardo Viti, arrestato come maniaco delle prostitute di Firenze, mentre scortato dagli agenti fuori dalla questura veniva condotto su un'auto di servizio e portato in carcere a Sollicciano.
Il procuratore: "Confessione piena per Viti". Il procuratore: "Il mostro è l'uomo della porta accanto"
Riccardo Viti ''ha confessato pienamente, ha cominciato a fare le prime ammissioni già al momento della perquisizione''. Lo ha detto il procuratore capo facente funzioni della Procura di Firenze, Giuliano Giambartolomei, aprendo la conferenza stampa in questura.
''Quello che è stato definito mostro è l'uomo della porta accanto. Una persona normale che ha un'attività lavorativa, che è regolarmente sposato e con un figlio della convivente''. Lo ha detto il procuratore capo facente funzione Giuliano Giambartolomei nella conferenza stampa descrivendo Riccardo Viti.
Viti accusato di omicidio volontario, di sequestro di persona e violenza sessuale
Omicidio volontario aggravato dall'atto sessuale, sequestro di persona e violenza sessuale sono le principali accuse evidenziate dal pm Paolo Canessa nel provvedimento di fermo per omicidio firmato al termine dell'interrogatorio a Riccardo Viti, l'idraulico di Firenze arrestato per l'omicidio della prostituta romena Andreea Cristina Zamfir del 5 maggio.
Il procuratore capo: "Caso risolto in 4 giorni, prova dna è stata decisiva"
''Abbiamo avuto la prima segnalazione'' dell'omicidio di Andreea Cristina Zamfir ''alle ore 10 del 5 maggio scorso, oggi possiamo dire con certezza che il caso è stato risolto in meno di 4 giorni con il massimo impegno di tutti, di polizia e carabinieri. Massimo impegno significa non dormire, non mangiare per arrivare al risultato''. Lo ha detto nella conferenza stampa il procuratore facente funzione di Firenze Giuliano Giambartolomei sulla vicenda del maniaco seriale delle prostitute per cui è stato fermato l'idraulico Riccardo Viti.
''E' stata decisiva la prova del dna riscontrato in questo ultimo fatto (l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir, ndr) insieme ai risultati del dna delle tre aggressioni precedenti'' a prostitute. Così il procuratore Giuliano Giambartolomei nella conferenza stampa sul fermo per omicidio di Riccardo Viti.
Parla il pm Canessa: "Viti ha subito ammesso. Ha anche detto di essere responsabile di altri fatti simili. Ha una tendenza sadica"
''L'indagato di questa vicenda ha subito ammesso le sue responsabilità già durante la perquisizione e nell'interrogatorio si è dimostrato molto lucido e coerente continuando a confermare col suo racconto quanto già sapevamo dell'omicidio del 5 maggio scorso''. Lo ha detto il pm Paolo Canessa in conferenza stampa al termine dell'interrogatorio di Riccardo Viti. Canessa ha detto di aver accertato finora l'omicidio della romena Andreea Cristina Zamfir ma, ha aggiunto, ''l'indagato ha subito fatto presente di essere responsabile di altri fatti. Non ha una memoria precisa di quanti, ha detto di ricordarsi di 3-4 episodi, forse di più, ad ogni modo ha confermato la sua condotta''.
Riccardo Viti avrebbe ''una tendenza sessuale particolare, un che di sadico, si soddisfa sessualmente vedendo soffrire''. Questo, al momento, il movente individuato dal pm Paolo Canessa per spiegare le violenze sessuali a prostitute inflitte dall'idraulico arrestato stamani a Firenze. L'indagato, ha aggiunto il pm Canessa, avrebbe sviluppato il suo sadismo sessuale ricordando ''fumetti letti da ragazzo''.
''L'indagato - ha detto il pm Paolo Canessa - ha presente il suo vissuto, dire che è un uomo comune è corretto, aveva evidentemente qualche scompenso psichiatrico e viveva la sua sessualità con una certa devianza''.
Viti al pm, sono andato oltre
Ha detto di essere ''andato oltre'' con Andreea Cristina Zamfir e comunque di procedere nel suo gioco erotico solo quando aveva il consenso delle prostitute. Lo ha riferito il pm Paolo Canessa nella conferenza stampa a proposito dell'interrogatorio di Riccardo Viti.
''L'indagato è stato molto lucido nel difendersi perchè ha raccontato che finchè queste prostitute erano consenzienti, si sentiva tranquillo, mentre se qualcuna reagiva, ha raccontato che lui scappava, andava via'' e le lasciava lì sul posto. Riccardo Viti sceglieva casualmente le prostitute, anche in base alla loro disponibilità a subire il gioco erotico che gli proponeva. Per le prestazioni pagava ''150 euro all'inizio, poi - ha detto al pm Canessa - da quando sono disoccupato cerco di risparmiare''. La prestazione con Andreea Cristina Zamfir era stata pattuita per 30 euro.
Prelievo coattivo del dna a Viti
Il pm Paolo Canessa ha stabilito di applicare la norma che consente di eseguire un prelievo coattivo del dna, cosa effettuata su Riccardo Viti, e che ha permesso di associare il suo codice genetico ai risultati del campione biologico trovato sul nastro adesivo con cui aveva legato le braccia di Andreea Cristina Zamfir, la prostituta romena trovata morta uccisa ad Ugnano il 5 maggio scorso.
Questo dna, al momento, corrisponde anche allo stesso dna di uno dei tre casi precedenti individuati dal Racis dei carabinieri: è stato possibile fare un riscontro veloce grazie alla disponibilità di un perito che ha curato i due casi. Tuttavia il Racis dei carabinieri aveva anche rilevato che nei tre precedenti episodi di aggressione prima dell'omicidio l'aggressore aveva lo stesso dna. E' quanto emerso nella conferenza stampa alla questura di Firenze sul fermo di Riccardo Viti.
Il questore: "Per arresto ho passato notti insonni"
"Non abbiamo dormito, non abbiamo perso un momento, ci siamo fiondati sul caso e siamo riusciti a dare un nome a questo signore". Così il questore di Firenze Raffaele Micillo commentando l'arresto del presunto omicida della 26enne romena trovata morta sotto un cavalcavia a Firenze". "Per il successo delle indagini, ha precisato Micillo, è stato fondamentale l'intuito di in nostro agente, che ha ricordato un intervento fatto per una lite in strada, il primo maggio del 2012, tra una prostituta e in signore, che poi si è rivelato l'omicida della 26enne". "Grazie a lui - ha aggiunto - siamo risaliti al nome".
Viti, 'Quando strillavano scappavo'. Era senza telefonino con le prostitute
''Quando le donne strillavano'' per il dolore ''io scappavo e le lasciavo lì perchè avevo paura di essere scoperto da qualcuno''. Così, in un passaggio del suo interrogatorio, l'idraulico Riccardo Viti rispondendo alle domande del pm Paolo Canessa.
Quando Riccardo Viti decideva di approcciare una prostituta per praticare con lei il suo gioco erotico sadico aveva l'accorgimento di andarci lasciando il cellulare a casa. E' quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Firenze, dove si interpreta questa circostanza come un atteggiamento lucido dell'indagato per non essere eventualmente rintracciato attraverso le celle telefoniche.
Un prostituta riconosce il maniaco in immagini del tg . La telefonata mentre era in corso la conferenza stampa
Una prostituta ha riconosciuto Riccardo Viti, l'uomo fermato per l'omicidio della ventiseienne romena Andreea Cristina Zamfir, nelle immagini dell'arresto diffuse oggi dalla polizia e trasmesse dai telegiornali. La donna ha chiamato un poliziotto mentre era ancora in corso la conferenza stampa in questura, dicendo di aver riconosciuto nel cinquantacinquenne l'uomo che in passato l'aveva seviziata legandola e usandole violenza.
Il pm: "Dalle indagini passate non emersa serialità"
Riguardo ai sei episodi di violenza analoghi a quello degenerato nella morte della ventiseienne romena, su cui nei giorni scorsi si sono incentrate le indagini sul maniaco di Firenze, in passato "non era emersa la serialità" poiché erano "divisi territorialmente per competenza" tra due procure diverse", quelle di Firenze e Prato. Così il pm Paolo Canessa, rispondendo in conferenza stampa ai giornalisti alla domanda sul perché il maniaco non fosse stato individuato prima.
"Certo - ha aggiunto senza concludere la frase - se fossero stati messi insieme prima forse...". Ma "si tratta di una situazione - ha precisato il magistrato - in cui si partiva da buone indagini dei carabinieri, che avevano cercato di mettere insieme alcuni fatti" simili.
Un 'incastro' di indizi, da Doblò a ricordo agente
È un incastro di indizi quello che ha permesso agli inquirenti di identificare Riccardo Viti, l'idraulico fiorentino di 55 anni sottoposto a fermo per l'omicidio di Andreea Cristina Zamfir, la ventiseienne romena trova morta sotto un cavalcavia a Firenze. Un Fiat Doblò grigio metallizzato, come quello che i carabinieri avevano individuato in alcuni episodi di violenze precedenti, è stato immortalato dalle immagini delle telecamere di sorveglianza mentre percorreva il parco delle Cascine, a Firenze, la sera della morte della prostituta romena. Alla guida dell'auto, avrebbero scoperto gli investigatori di lì a poco, c'era il maniaco.
A questo elemento si è aggiunto quello del profilo del maniaco, elaborato grazie alle testimonianze delle vittime di episodi analoghi, raccolte dai carabinieri e dalla squadra mobile di Prato a partire dal 2006. Decisivo poi l'intuito di un agente della squadra mobile di Firenze. Il poliziotto si è ricordato di un intervento per una lite tra un cliente e una prostituta che aveva fatto nel maggio 2012 quando era in servizio alla squadra volante. Quel cliente, identificato nell'occasione, era proprio Riccardo Viti.
Il difensore di Viti, cercava il gioco erotico
"Una persona estremamente timida, introversa e ora anche molto provata e dispiaciuta da quanto è successo". Così l'avvocato Alessandro Benelli, difensore d'ufficio di Riccardo Viti, descrive il 55enne arrestato stamani con l'accusa di aver l'accusa di aver violentato e ucciso Andreea Cristina Zamfir, la giovane prostituta romena trovata crocifissa. "Non è certo, né una bestia, né un carnefice", aggiunge l'avvocato presente oggi all'interrogatorio del pm. "Quanto è successo - prosegue Benelli - sembra proprio avvenuto in un contesto di ricerca di un gioco erotico". Viti, che dovrebbe comparire davanti al gip per l'interrogatorio di convalida già lunedì o al massimo martedì, secondo il suo difensore "da tempo aveva queste pulsioni sessuali, certamente non rare, che sfociavano in giochi erotici praticati con prostitute".
Nardella,Firenze sicura, non è una città di mostri
"Firenze è una città sicura, con forze dell'ordine professionalmente preparate: sono davvero contento, oggi è una bella giornata. Abbiamo anche dato una risposta a chi, anche indirettamente, ha voluto insinuare che esista un mostro di Ugnano, o che Firenze sia una città popolata da mostri". Così, in Palazzo Vecchio, a margine dei lavori di State of The Union, il vicesindaco del capoluogo toscano Dario Nardella ha commentato l'arresto di Riccardo Viti per l'aggressione mortale costata la vita ad Andreea Cristina Zamfir.
"Chiaramente - ha aggiunto Nardella - per una valutazione definitiva aspettiamo le considerazioni finali sui contenuti della confessione" rilasciata dall'uomo arrestato stamani. "Ma voglio fin d'ora complimentarmi con le forze dell'ordine e gli investigatori - ha concluso- , perché hanno compiuto un lavoro straordinario".
Renzi, in un periodo di polemiche siamo grati alle divise
"In questo periodo è forte la polemica sulle istituzioni, lo Stato e chi veste la divisa" ma l'arresto dell'uomo accusato di aver ucciso una prostituta a Firenze "dimostra che lo Stato c'è, è forte, è presente e che bisogna essere grati a chi veste la divisa". Lo ha detto il premier Matteo Renzi a margine di una cerimonia a Firenze.
Alfano, preso potenziale serial killer
Il caso della donna crocifissa a Firenze "è stato risolto rapidamente ed è motivo di soddisfazione: abbiamo tolto dalla strada un potenziale serial killer, perchè chi fa un omicidio del genere tende a ripetere lo stesso crimine". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, intervistato dal Gr1. Aver catturato l'omicida, ha aggiunto Alfano, "significa aver reso più sicura una comunità, una città. Ringrazio di cuore magistrati e la polizia, abilissima a dare risultati in tempi molto rapidi".
Cristina Scaletti ringrazia Forze dell’Ordine e Magistratura per l’arresto del presunto omicida di Cristina Zamfir
La notizia dell'arresto del presunto omicida di Andreea Cristina Zamfir impone un primo pensiero alla vittima della brutale aggressione. Poi, subito dopo, un ringraziamento alle Forze dell'Ordine e all'Autorità Giudiziaria per come hanno agito e per l'efficace coordinamento. Ci domandiamo spesso quali misure adottare per contrastare i fenomeni delinquenziali: ecco, dimostrare fermezza e capacità investigative è indubbiamente un serio deterrente per fronteggiare la criminalità e garantire sicurezza ai nostri concittadini.
Anfp, straordinario risultato polizia
"Ci rallegriamo per lo straordinario risultato ottenuto dalla Squadra Mobile di Firenze, che in un tempo brevissimo ha condotto brillantemente le indagini che hanno portato all'arresto di Riccardo Viti, autore del brutale ed efferato omicidio della giovane romena Andrea Cristina Zamfir, oltre che di numerose precedenti aggressioni". Lo dice Lorena La Spina, segretario dell'Associazione nazionale funzionari di polizia. "In pochi giorni - sottolinea La Spina - la città è stata liberata dall'angoscia di una nuova stagione di violenze, che sembrava aver risvegliato l'incubo vissuto per molti anni da tutta la comunità. Operazioni come questa - aggiunge - dimostrano la vitale importanza degli organi investigativi e di tutti gli apparati preposti al controllo del territorio. L'inesauribile e preziosa fonte di conoscenza dei singoli contesti di riferimento che essi assicurano, si rivela strategica anche per il proficuo svolgimento delle attività di indagine. Questa è la Polizia di Stato: vicina alla collettività, ogni giorno sulle strade, impegnata instancabilmente nelle attività di prevenzione e repressione dei reati, al pari che nei servizi di ordine pubblico e nelle operazioni di soccorso".
Anfp, città liberata da incubo già vissuto
'In pochi giorni la città è stata liberata dall'angoscia di una nuova stagione di violenze, che sembrava aver risvegliato l'incubo vissuto per molti anni da tutta la comunità''. Così il segretario nazionale dell'Anfp (Associazione nazionale funzionari di polizia), Lorena La Spina, commenta ''lo straordinario risultato ottenuto dalla squadra mobile di Firenze che, in un tempo brevissimo'' ha arrestato l'uomo accusato di aver seviziato e ucciso una prostituta.
''Operazioni come questa - spiega La Spina - dimostrano la vitale importanza degli organi investigativi e di tutti gli apparati preposti al controllo del territorio. L'inesauribile e preziosa fonte di conoscenza dei singoli contesti di riferimento che essi assicurano si rivela strategica anche per il proficuo svolgimento delle attività di indagine. Questa è la polizia di Stato: vicina alla collettività, ogni giorno sulle strade, impegnata instancabilmente nelle attività di prevenzione e repressione dei reati, al pari che nei servizi di ordine pubblico e nelle operazioni di soccorso. Questa è la sicurezza sulla quale bisogna credere ed investire, per il benessere del Paese e la serenità dei suoi cittadini''.
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